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Cronaca

Nelle cartine la bellezza d’Italia. Scoprire l’Istituto Geografico Militare / VIDEO / FOTO

Itinerari per tutti nell’istituzione che studia il nostro territorio

Il generale Pietro Tornabene a La Nazione con il direttore Francesco Carrassi

Firenze, 12 dicembre 2017 - L’ALLUVIONE che ha colpito Livorno lo scorso settembre ha cambiato la carta geografica di quella zona della nostra regione. Ecco uno dei tanti esempi di come la cartografia non sia affatto qualcosa di ‘statico’, come potrebbe sembrare a prima vista guardando una carta geografica. «La crosta terrestre è viva, si muove. E noi siamo ‘certificatori’ di tutto quel che avviene sul territorio», spiega il generale di divisione Pietro Tornabene, comandante dell’Istituto Geografico Militare, che ieri mattina è venuto in visita alla Nazione insieme al tenente colonnello Maurizio Chiggio. A far gli onori di casa, il direttore Francesco Carrassi, che ha donato al comandante il volume sui primi 150 anni di storia del nostro quotidiano, oltre alla targa con la nostra prima pagina storica. Da parte sua, Tornabene ha donato alla Nazione una carta geografica del nostro Paese. Ma quali sono i compiti di questa affascinante realtà del capoluogo toscano? «Il nostro principale compito è gestire i dati geografici – risponde Tornabene –. In pratica, diamo rappresentazione grafica a tutte le connotazioni del territorio che insistono sul punto geografico».

L’ISTITUTO, col suo immenso patrimonio di carte – la più antica originale risale al 1600, mentre le riproduzioni affondano le loro radici addirittura nel 1100 – è aperto al territorio. Insomma, scolaresche, cittadini e turisti possono visitare il geografico, avendo però l’accortezza di prenotarsi attraverso il sito internet (www.igmi.org), dove si possono avere tutte le informazioni al riguardo. L’istituto, che si trova a due passi da piazza San Marco, «svolge una funzione essenziale per la nazione– come sottolinea il generale –. Siamo ente cartografico dello Stato – spiega Tornabene –. E diamo sicurezza e certezza alla rilevazione dei dati su supporto magnetico e cartaceo».

Rispetto al lavoro del passato, quando si lavorava «con carta e penna», le attuali moderne tecnologie «consentono di ottenere, sul singolo punto geografico, una serie di dati e di conoscenze che prima erano inimmaginabili».

ECCO che per ogni punto del territorio possiamo sapere altitudine, vegetazione, idrografia e perfino il tipo di popolazione che lì abita. Se il territorio è sempre in movimento, e quindi richiede «una costante attività di monitoraggio dei vari punti», ben diverso è il caso di terremoti o di calamità naturali. In quel caso è necessario un profondo aggiornamento delle carte geografiche. C’è poi una rete, «rete dinamica globale», che è «costituita da 150 punti connessi tramite gps che inviano dati in tempo reale al nostro centro di calcolo», ha aggiunto il generale.

INFINE, una curiosità. Tra i compiti dell’istituto, c’è anche quello relativo alla «manutenzione dei confini», che si muovono come il territorio. Tant’è che periodicamente «si organizzano delle riunioni con gli altri Stati per definire in maniera certa l’andamento delle linee di confine», conclude Tornabene.