EMANUELE BALDI
Cronaca

Crollo a Firenze, il sindaco Nardella: “Da qui deve partire la lotta per la sicurezza, più mezzi ai magistrati”

L’appello al governo: ignorare l’apertura del Pd sarebbe un errore clamoroso: "Dobbiamo batterci tutti assieme, le normative Ue sono troppo lassiste"

Crollo a Firenze, il sindaco Nardella: “Da qui deve partire la lotta per la sicurezza, più mezzi ai magistrati”

Firenze, 20 febbraio 2024 – ”Ora serve una terapia d’urto". Lo dice con forza ora il sindaco di Firenze Dario Nardella. Perché non è più il momento delle parole di circostanza i cui echi – ci insegnano le cronache di questi anni – si dissolvono nel tempo in cui le ferite diventano cicatrici. Quella trave infame che venerdì alle 8 e 52 ha spezzato le ossa allo scheletro del cantiere Esselunga seminando agonia e morte potrebbe aver segnato un punto di svolta, sbattendoci in faccia una verità, che il tempo dei proclami è finito e che un cambio di rotta netto nella battaglia per la sicurezza dei lavoratori non è più rimandabile. Nardella su questo aspetto sembra non aver intenzione di arretrare di un millimetro.

Sindaco, in occasione della visita della ministra Calderone al cantiere, ha parlato della necessità di rivedere la normativa europea sul tema degli appalti. È concepita male?

"Guardi, io riprenderei le parole dell’arcivescovo Betori che ha parlato espressamente di normative Ue troppo lassiste e generiche. E questo, aggiungo io, ha condizionato le leggi attuative del nostro Paese. Da Firenze voglio che parta una battaglia vera per la sicurezza".

Come si interviene?

"Io credo che i criteri che abbiamo adottato noi come Comune per il restyling dello stadio Franchi possano già essere un modello da imitare".

Ci spieghi meglio

"Abbiamo costruito un bando totalmente concentrato sulla trasparenza imponendo contratti per l’edilizia che garantiscono la prevista formazione degli operai, abbiamo espressamente vietato i subappalti a catena e, in ultimo, tolta l’importanza primaria data al criterio del massimo ribasso che a volte è il principale nei punteggi per le assegnazioni dei bandi".

Firenze quanto gli ha attribuito?

"Solo il 10%. Ora col nuovo codice degli appalti si potrebbe addirittura arrivare al 90% del punteggio ed è facile capire questa corsa a spendere meno cosa può comportare alla lunga".

Un modello esportabile?

"Dobbiamo batterci tutti insieme perché lo diventi. Basta con i subappalti a catena, basta con le corse al ribasso, con la deregulation. E’ una battaglia che va combattuta su due fronti. Innanzitutto a Bruxelles per dare appunto un nuovo inquadramento normativo e contemporanemante anche a livello italiano. Il momento è decisivo e lo si capisce dal fatto che sulla questione anche Elly Schlein e il Pd hanno subito dato massima disponibilità a collaborare con il governo. Ecco, io dico che Meloni farebbe un errore clamoroso se non ascoltasse questo appello".

Il governo che deve fare?

"Passare dalle parole ai fatti. Subito. Altrimenti restiamo fermi dove siamo. Le dirò di più...".

Prego

"Auspico che ci sia da subito un grande momento di confronto politico trasversale nel quale vengano coinvolti anche i sindaci dei comuni perché è bene ricordare che finora non sono mai stati interpellati quando sugli enti locali ricadono il 51% degli appalti Pnrr".

Ci par di capire che lei vuol far sì che questa tragedia segni una svolta definitiva per la sicurezza dei lavoratori in Italia

"Sì e la battezzerei ’Codice rosso per le morti bianche’. E sul tema può giocare un ruolo chiave anche la magistratura".

In che modo?

"Non mi convince la proposta di una procura speciale che si occupi di questi reati. Piuttosto ho in mente di dare ai magistrati più strumenti e risorse, a partire dagli ispettori del lavoro, dare criteri di priorità ai fascicoli come si fa ad esempio nei casi di violenza di genere o di violenza domestica. Insomma servono speditezza e supporto tecnico all’ indagine che a oggi