NICOLA DI RENZONE
Cronaca

La morte del migrante bambino: "Aiutateci a trovare i suoi familiari"

Travolto di notte dal treno, aveva 14 anni

Soccorsi in mare, quasi ogni giorno si ripete l'odissea dei migranti

Firenze, 18 agosto 2016 - E’ STATO identificato il corpo straziato che nella notte tra l’1 ed il 2 agosto fu rinvenuto all’interno della galleria Vaglia dell’Alta Velocità, tra Firenze Castello e Fontebuona. E la realtà porta con se una notizia tremenda, una storia triste quanto lo può essere la vita di un ragazzino stroncata a 14 anni. Tanti ne aveva infatti il giovane migrante sudanese falciato mentre percorreva a piedi il tunnel. Era sbarcato in Sicilia a luglio e, a quanto pare, aveva parenti in Nord Europa che, forse, stava tentando di raggiungere.

LO TROVARONO intorno alle 2 di notte alcuni addetti alla manutenzione della linea di alimentazione dei convogli, entrati in galleria con un carrello dal lato di Castello. Avevano percorso alcuni chilometri (pare circa tre o quattro sul totale di 18 di lunghezza della galleria) quando notarono il corpo del ragazzino adagiato tra i binari. Indosso non gli furono rinvenuti documenti, e per questo il processo di identificazione ha richiesto alcune settimane, fino alla triste notizia di oggi.

«ABBIAMO interpellato – spiega il sindaco di Vaglia, Leonardo Borchila Prefettura per capire in quale centro era ospitato e abbiamo informato l’ambasciata del paese di origine per conoscere se aveva parenti». La Procura, spiega ancora Borchi, ha trasmesso l’autorizzazione alla sepoltura in uno dei cimiteri di Vaglia (visto che sul territorio comunale è stato trovato il corpo). Ma prima di procedere si tentano tutte le vie per capire se qualcuno, da uno dei centri fiorentini o dal paese di origine, reclami quel corpo martoriato che ora si trova custodito alle Cappelle del Commiato di Firenze.

«All’ambasciata – conclude il primo cittadino – abbiamo dato tempo fino al 22 di agosto. Poi, se nessuno si farà avanti, inizieranno le pratiche per la sepoltura e anche per dotare la tomba di una lapide o di un segno di riconoscimento.

E ALLORA anche il nostro Mugello (come le ormai tristemente note località di mare) avrà il suo ‘monumento’ al ‘migrante ignoto’. E Borchi conclude con una riflessione: «Questi migranti mancano dell’esperienza di quali banali pericoli ci siano nella pratica quotidiana della vita in Italia. Ieri, era già buio, ho incrociato lungo la strada regionale alcuni di loro, a piedi e in bicicletta: non erano per niente visibili, non solo non indossavano pettorine rifrangenti, ma nemmeno vestivano una maglietta bianca. Vanno educati per il bene loro e la nostra tranquillità».