
Un mezzo di Alia (foto Germogli)
Firenze, 9 marzo 2024 – Dinamiche strategiche, nodi politici e questioni amministrative. Scenari in movimento che continuano a mettere i bastoni tra le ruote allo sviluppo della Multiutility toscana nata nel gennaio del 2023 per atto di fusione in Alia di Consiag, Publiservizi e Acqua Toscana (parte pubblica di Publiacqua) con la benedizione di 58 Comuni tra cui Firenze, Prato, Empoli e Pistoia. Il colosso dei servizi pubblici ha una visione che porta, secondo il piano industriale, al 2030. I primi mesi del ’24 e l’anno passato sono stati caraterizzati da intense trattative. Alia sta diventando sempre più grande: il suo vertice, guidato dall’amministratore delegato Alberto Irace e dal presidente Lorenzo Perra, lavora incessantemente per sostenere il colosso. La multitutility è molto forte non solo sulla carta e nelle intenzioni di chi ha portato avanti il progetto (mai varato prima in Toscana) ma è al tempo stesso potenzialmente fragile se non ci saranno risposte ai diversi dubbi e interrogativi sparsi in Toscana. Firenze e Prato sono state le amministrazioni (centrosinistra con sindaci Pd) capofila che hanno creduto nella rivoluzione che spalanca le porte del mercato nazionale e alza i muri nei confronti della campagna acquisti di altre multiutility in Toscana. Empoli si è subita incanalata nella volontà dem mentre Pistoia (con il sindaco Alessandro Tomasi) ha rotto il fronte delle amministrazioni di centrodestra ed ha detto sì alla multiutility.
Ambiente (rifiuti in primis), energia (gas), acqua gli ambiti strategici. Ed ecco che i nodi si palesano chiamando in causa le istituzioni. I rifiuti sono servizio fondamentale della holding nata sotto l’ombrello di Alia. Ebbene il piano rifiuti regionale di economica circolare (poco buttato via, tanto riciclato e recuperato) deve avere ancora il via libera definitivo. Il primo "inciampo" ad Empoli dove proprio Alia voleva costruire in area Terrafino un gassficatore. Dibattiti e polemiche fino a quanto la sindaca Brenda Barnini ha messo la pietra tombale sul progetto: "Non si fa". Manca un tassello fondamentale al piano rifiuti, Alia lo vuol fare comunque quel tipo di impianto anche se non più dove la bocciatura è stata sonante. In questi ultimi giorni è tornato d’attualità l’impianto di Montale: che fine farà il termovalorizzatore? Sarà ammodernato o avrà vita prolungata così com’è? Tante altre manifestazioni di interesse al bando regionale devono ancora concretizzarsi, altre sono avviate, altre più avanti rientrando anche nelle destinazione dei fondi Pnrr.
Sul fronte Publiacqua non è stata ancora risolta la separazione di fatto tra parte pubblica (Acqua Toscana) e privata, Aque blu fiorentine (Acea, primario socio privato). Obiettivi diversi portano a strade lontane. Nicola Perini, presidente di Publiacqua, già amministratore unico di Consiag, navigato politico e manager ’diplomatico’, è chiamato a gestire questa fase delicata (l’operazione per ricomprare da Acea le quote) dopo anche altre recenti frizioni con la società romana. C’è poi la politica che condiziona lo sviluppo della multiutility anche se la holding vorrebbe scrollarsi di dosso quanto più possibile i ’se’ e i ’ma ’dei partiti. Il punto resta la quotazione in Borsa. Che fa parte della strategia di Irace per aggregare maggiori risorse per gli investimenti mantenendo, come stella polare ferma, la maggioranza pubblica delle quote. Tempo di campagne elettorali: le forze di sinistra nel centrosinistra non ne voglionio sentir parlare. I 5stelle sono contrari all’operazione multiutility in toto. Italia Viva appoggia la multituility invece con convinzione. Nel frattempo il centrodestra si è interessato, eccome, al colosso dei servizi pubblici. Spaccandosi. Se Fratelli d’Italia sposa la holding dei servizi pubblici, la Lega non ci sta (e opta per l’acqua pubblica).
Luigi Caroppo