BARBARA BERTI
Cronaca

Il festival working class: "Non solo tute blu e fabbrica. Oggi tutti noi siamo operai"

Il Festival di letteratura promosso da Edizioni Allegre e Collettivo Gkn. La scrittrice Simona Baldanzi: "I tempi cambiano, serve un nuovo immaginario" . .

Il festival working class: "Non solo tute blu e fabbrica. Oggi tutti noi siamo operai"

Il festival working class: "Non solo tute blu e fabbrica. Oggi tutti noi siamo operai"

"C’è bisogno di creare un nuovo immaginario: la fabbrica non è più quella di una volta, così come è cambiato il lavoro moderno". Parole di Simona Baldanzi, scrittrice fiorentina e una delle organizzatrici del Festival di Letteratura Working Class 2024 in corso al presidio ex Gkn di Campi Bisenzio.

Quale è il significato del festival?

"Ho molteplici significati. Innanzitutto nasce all’interno di una vertenza sindacale insolita: sono mille giorni di presidio permanente. E’ un’occasione per rendere protagonisti i lavoratori, stimolarli ad autoraccontarsi e a confrontarsi con le diversità dei propri lavori e delle proprie vite. Il festival vuole anche creare un percorso di cambiamento a partire dalla figura dell’operaio".

Chi compone la classe operaia odierna?

"Nell’immaginario collettivo l’operaio è quello in tuta blu che sta alla catena di montaggio. Ma oggi non è più così, stiamo diventando tutti working class: ci sono gli operai infermieri, giornalisti, impiegati, camerieri, insegnanti, commessi, rider. Il sistema di fabbrica ha rimodellato l’intero mondo del lavoro. Tutti siamo diventati un anello della catena di montaggio. Anche nel rapporto con le istituzioni: seguire una pratica, segnare un bambino a scuola, cercare di curarsi è diventato tutto procedura, controllo, una dimensione di fabbrica che ci accompagna 24 ore al giorno".

La classe operaia si è allargata: le pubblicazioni sul tema sono aumentate?

"Sì. In passato se portavi un romanzo sul tema del lavoro a una casa editrice c’era quasi una sorta di rifiuto perché l’argomento non era considerato ’divertente’ o ’leggero’. Ora, invece, il tema ha acquisito un certo peso perché c’è bisogno di raccontare questo nuovo mondo del lavoro: raccontare è il primo passo da fare per poi riconoscersi, lottare e provare a cambiare le cose.Questa voglia di rompere gli schemi ben si evince da questo festival che è già alla sua seconda edizione".

Allora la classe operaia fa vendere?

"La classe operaia vuol tornare ad avere voce".

In concreto, questo festival aiuta la vertenza?

"La rafforza. Perché è stato creato qualcosa che prima non c’era. Con il festival, poi, sono nate nuove alleanze, una difesa collettiva della fabbrica e più in generale del lavoro".

Con quale spirito si sta svolgendo il festival?

"Come fosse un’avventura: siamo senza luce e acqua. Insomma siamo precari. come è oggi il mondo del lavoro".