REDAZIONE CRONACA

Giorno del Ricordo in Toscana: le commemorazioni per la tragedia delle foibe, “Mai più”

AREZZO GIORNATA DEL RICORDO VITTIME DELLE FOIBE

Firenze, 10 febbraio 2023 – Si è celebrata anche in Toscana la Giornata del Ricordo, che ricorda il massacro e l’esodo della popolazione istriano dalmata ad opera del regime comunista jugoslavo di Tito. Un momento solenne, che ogni dieci febbraio ricorda il dramma di migliaia di famiglie, strappate alla loro terra, distrutte dai lutti e dalle esecuzioni che avvennero a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Molti i cadaveri che furono gettati nelle foibe, le caverne verticali che caratterizzano le montagne del Carso. 

La Regione Toscana ha promosso una seduta solenne del consiglio regionale. «È importante il

ricordo delle migliaia di persone, senza alcuna responsabilità e senza alcuna colpa, che sono state uccise e gettate nelle cavità del Carso - dice il presidente della Regione Eugenio Giani -. Ricordare questo è perché non deve più accadere. E quest'anno arriva un segnale positivo: anche in Croazia avranno l'euro perché dal primo gennaio l'integrazione europea ha portato anche quel Paese a stringersi di più».

Diverse le cerimonie in Toscana, da Arezzo a Firenze, da Grosseto a Pisa.

A Montignoso (Massa Carrara), nel luogo a lui intitolato, una delegazione dell'Associazione nazionale della Polizia di Stato, guidata dal presidente Antonino Bruno, ha ricordato la guardia di pubblica sicurezza Mario Buffoni caduto nell'adempimento del dovere e medaglia d'oro al valore. In servizio alla questura di Gorizia, il 2 maggio 1945 venne arrestato insieme ad altri colleghi dai partigiani jugoslavi titini del IX Korpus e imprigionato fino alla fine dei suoi giorni.

Con la ritirata tedesca, personale della questura si adoperò in collegamento con il Cln per mantenere il controllo e l'ordine nella città in attesa dell'arrivo degli Alleati.

Ma dovettero scontrarsi con le milizie nazionaliste jugoslave, che giunsero prima, e furono sopraffatti. Mario Buffoni venne arrestato e imprigionato con gli altri nei campi titini dove morì a 25 anni.