
Giampaolo Talani
San Vincenzo (Livorno), 17 gennaio 2018 - IL VENTO dell’addio batte anche oggi sul Marinaio che domina il porto di San Vincenzo. Lo stesso alito gelido che due sere fa all’ospedale di Pisa si e portato via l’artista Giampaolo Talani. Aveva solo 62 anni e di cose ne aveva fatte tante e quasi tutte memorabili. Dibattute forse, ma mai indifferenti: il già ricordato Marinaio accoglie i viaggiatori nel porto di San Vincenzo. E’ una grande scultura in bronzo pensata perchè salutasse le barche e il mare. Era un romantico Talani e non c’entrava niente se faceva l’ imprenditore, ed era proprietario del bagno Venere a San Vincenzo. Aveva anche un ristorante e le case da affittare l’estate quasi sulla spiaggia. Era giovanissimo quando dipinse il primo affresco proprio nella chiesa del paese. E faceva quadri in una specie di rimessa sulla spiaggia perché il suo più grande amore è stato il mare. I riccioli neri, gli stessi esatti che lo vedevano spesso la sera in azione con la sua band: Talani era anche un ottimo musicista e suonava il suo organo Hammond, amico da sempre anche di Riccardo Fogli. Sue opere si possono trovare in luoghi dove l’arte c’entra fino a un certo punto.
ALLA PIAGGIO di Pontedera è esposta una Vespa dipinta da lui assieme ad altre di grandi artisti contemporanei. Era stato chiamato a Miami per riprodurre il suo Marinaio del porto ma poi tutto finì lì: e invece andò bene a Berlino, oltre il famoso muro c’è la sua scultura. L’affresco Partenze si può vedere alla Stazione di S. M. Novella a Firenze. E anche lì dovette battagliare perché a un certo punto pareva dovessero toglierlo. Tante mostre anche in Sala d’Arme di Palazzo Vecchio e l’installazione degli ombrelloni in piazza Signoria che al solito divisero la città. Lui ci rideva sulle polemiche: anzi. Voleva che l’affresco di Santa Maria Novella fosse spostato al Museo del Novecento. Solo pochi mesi fa aveva dedicato a Firenze una scultura, Fiorenza perché Giampaolo Talani era un entusiasta della vita. Un uomo grato di quello che aveva avuto. E non si è mai tirato indietro davanti a un’idea compresa: dire sì a una statua in una rotonda di Pontassieve. E mentre creava, stava alla cassa del bar della suo bagno e passava dalla cucina del ristorante – uno dei suoi più cari amici d’infanzia è lo chef Fulvio Pierangelini anche lui di San Vincenzo – e controllava che tutto andasse bene. Come se le sue due, anzi tre vite di commerciante, artista e musicista potessero convivere tranquillamente. E poi sì era anche un padre speciale, un marito premuroso e un amico su cui contare. Da novembre il declino veloce. Il solito maledetto cancro che a volte non perdona. E’ morto sereno nello stesso giorno del compleanno di suo padre. Oggi il funerale a San Vincenzo alle 15. Nella stessa chiesa da dove iniziò a fare il pittore. E fuori, anche ieri, si era alzato un gran vento di mare.