REDAZIONE CRONACA

Dalla pace alla cittadinanza, dagli stereotipi agli abusi: le tematiche di Luce!

A tu per tu con i relatori della festa che si è svolta sabato pomeriggio a Firenze

La platea alla festa di "Luce!"

Firenze, 27 novembre 2022 - Tante tematiche alla festa di Luce! che si è tenuta ieri a Firenze, a Palazzo Vecchio. Eccole di seguito.

Pace, serve il tempo della democrazia

Vittorio Emanuele Parsi, politologo, prova a spiegare com’è potuto capitare, nella «civile Europa», lo scempio della guerra tra la Russia e l’Ucraina. Come si costruisce pace nel contesto guerra? «A volte sembra che la democrazia possa essere lenta nelle sue procedure. Pensiamo a Trump che è stato mandato a casa perché stava sbagliando. C’è voluto tempo ma poi ci sono riusciti. In Cina invece non avviene. Questo dimostra che la democrazia può metterci del tempo ma poi ti mette a disposizione più risorse nel momento in cui avviene il cambiamento» sostiene. «In Ucraina - ha detto Maria Sole Aliotta di Atlantia - abbiamo visto donne competenti e affermate che nel giro di una notte si sono trovate in difficoltà. La loro paura più grande era perdere la vita e perdere la vita che avevano avuto fino a quel momento. La speranza che noi riusciamo a dare è quella di restare loro accanto, di non farle rassegnare alla non inclusione».

La disabilità è parte della quotidianità

«La nostra associazione si chiama M’ama - dalla parte dei bambini ma ci chiamano tutti Mamme matte perché così ci chiamavano quando dicevamo che avremmo trovato famiglie disposte ad adottare bimbi con disabilità – ha detto la presidente Emilia Russo – e invece dal 2017 a oggi siamo riusciti a dare casa a 180 bambini». «Ci sono tante famiglie in cui esiste un legame d’amore e non biologico – ha proseguito la vicepresidente Karin Falconi - ma siamo legati all’idea di genitore come colui che genera». Di salute mentale hanno parlato i Tercon (Philipp Carboni, Damiano e Margherita Tercon): «Ciò che non si vede viene spesso messo in dubbio. Sui social cerchiamo di mostrare l’autismo come parte della quotidianità». «La società ci chiede di splendere – ha concluso Andrea Pinna, web influencer e scrittore – ma possiamo non farlo». 

Spettacoli e tv in salita se sei donna

«Nel mio mondo il gender gap è enorme – ha detto Ivan Cotroneo, regista e membro del Comitato scientifico di Luce – le registe sono meno del 20% e le sceneggiatrici sotto il 15%. Quindi la rappresentazione che diamo è scritta e diretta soprattutto da maschi. Lo sguardo femminile è ancora troppo raro e riguarda solo un film su sei. Bisogna inoltre dare spazio a personaggi poco raccontati, con rappresentazioni corrette, senza cadere nei cliché». Parla di gender gap e divario salariale anche Eleonora Santi direttrice external affairs di Philip Morris Italia, prima azienda in Italia a ricevere la certificazione Equal-salary che ha sottolineato l’importanza di «agire partendo dalla formazione» e Omar Schillaci, vicedirettore di SkyTg24, che ha evidenziato l’impegno del gruppo Sky su questi temi, spiegando come «ancora troppo spesso maternità e vari fattori culturali rendano più difficile per le donne raggiungere ruoli apicali».

Salvarsi dagli abusi con l’indipendenza

«La possibilità di una donna di uscire dalla violenza familiare dipende molto dalla sua indipendenza economica – ha detto Cathy La Torre avvocata, fondatrice e Ceo di Wildside Human First -. In Spagna è stato istituito un reddito minimo per due anni per donne che denunciano abusi e violenze». «Alla violenza si arriva alla fine di un percorso al quale spesso non facciamo caso – ha proseguito Miriam Frigerio, head of brand & communication di Sorgenia – per un’abitudine stratificata in gesti e linguaggi che ci sembrano normali. Parlare in modo corretto di violenza è fondamentale». «L’indipendenza economica è fondamentale – ha proseguito Claudia Segre presidente Global Thinking Foundation – anche per combattere fenomeni come la prostituzione». 

La cittadinanza, il diritto-miraggio

«Da bambino sognavo di fare il calciatore, ma anche una vita normale e una camera tutta mia – ha detto Antonio Dikele Distefano scrittore, sceneggiatore e regista -. Eravamo più poveri degli altri e non capivo perché, ma mia mamma ha sempre avuto la forza di insegnarmi che le cose importanti sono altre. Oggi mi sento ancora definire ’un nuovo italiano’, eppure ho 30 anni. Ho nipoti di 17 anni nati qui che non hanno cittadinanza, mentre loro coetanei nati in Argentina o in altri Paesi la hanno solo grazie a un nonno italiano pur non avendo mai vissuto qui. Sono fiducioso perché la società è più avanti della politica e i ragazzi di oggi sono meno arrabbiati di come ero io a 17 anni. E’ bello perché con la rabbia non si costruisce». «Prima di essere neri o bianchi siamo persone – ha proseguito Hamed Seydou protagonista di «Autumn Beat» – Il messaggio di Autumn Beat è quello di non mollare mai, di seguire la propria strada».

Su certi stereotipi non si scherza

«La satira è libera per definizione. Non possiamo decidere a priori cosa fa ridere una persona e cosa no. Possiamo però invitare tutti ad ascoltare gli altri prima di ridere. A capire se, dopo aver conosciuto le storie di chi è vittima di stereotipi, si ha ancora voglia di scherzarci sopra». Lo ha detto Pierluca Mariti (Piuttosto_che), comico, conduttore e content creator, parlando dei limiti che la satira devono porsi o meno. «E comunque – ha concluso - la satira dovrebbe colpire chi sta in alto. Non chi è vittima di stereotipi». «Sono stato il primo ragazzo trans a raccontarsi sui social – ha detto Francesco Cicconetti (Mehths) - e le persone ne avevano talmente bisogno che si sono attaccate con le unghie alla mia figura, solo perché non c’era nessun altro a cui riferirsi. La burocrazia in Italia è ancora molto indietro, la società è più avanti delle regole». 

Netflix narra i reietti della società

Il disagio mentale è sempre più diffuso tra i giovani, soprattutto dopo la pandemia. Un argomento che viene affrontato nella serie Netflix «Tutto chiede salvezza»: il regista Francesco Bruni e gli attori Lorenzo Renzi, Vincenzo Nemolato e Vincenzo Crea, ospiti della festa di Luce!, portano le testimonianze su Tso e ospedali pediatrici, argomenti al centro della serie che racconta proprio le malattie mentali con una straordinaria e leggera abilità narrativa. Ma il cast porta anche un messaggio intergenerazionale: l’importanza dell’amicizia e delle relazioni nel percorso di cura per i problemi che attanagliano la mente. «I protagonisti sono reietti, gli ultimi come in un certo senso erano gli allievi di Don Milani, manca quella figura. Entra, però, in gioco la magia della fratellanza» dice il regista Bruni nel dialogo con il vicedirettore Luigi Caroppo.