TITTI GIULIANI FOTI
Cronaca

Doppio ritratto: i Bueno. Quell’arte di essere fratelli

La parabola di due grandi artisti in una mostra

La Nazione in mano a Bueno nel doppio autoritratto col fratello

Firenze, 21 maggio 2016 -  DUE FRATELLI diversi e centotrenta opere tra le più significative della produzione di fecondi, sensibili artisti di origini spagnole, vissuti a lungo a Firenze. Si racconta la bellissima parabola artistica di due fratelli pittori, i Bueno, con la mostra dal titolo «Doppio ritratto. Antonio e Xavier Bueno. Contrappunti alla realtà tra avanguardia e figurazione», curata da Stefano Sbarbaro. Una mostra che sarà inagurata oggi e resterà visibile fino al 18 settembre prossimo nella Villa Bardini, che domina la città di Firenze. Promossa della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze in collaborazione con l’Associazione culturale Bueno, l’esposizione raccoglie le opere tra le più significative degli artisti. Antonio era nato a Berlino nel 1918 ed era di origini spagnole. Xavier, invece era nato in Spagna, a Vera de Bidasoa nel 1915: loro padre era corrispondente a Berlino del quotidiano Abc di Madrid. Due fratelli e una vita straordinariamente ricca, fatta di incontri e culture in dialogo fra loro. Una mostra – introdotta da Michele Gremigni e da Eugenio Giani, presidente della Consiglio regionale – che in qualche modo continua il loro ideale scambio attraverso le magnifiche opere, non solo testimoni di un tempo, ma protagoniste e apripista delle avanguardie che seguiranno. Il nucleo più consistente è rappresentato quelle opere concesse dagli eredi – presente, tra gli altri anche la figlia di Antonio Bueno, Isabella – cui si sommano i prestiti provenienti da importanti realtà museali, da prestigiose fondazioni e da collezionisti privati con diversi inediti.

Il catalogo della mostra pieno di contributi tutti da leggere firmati da Susanna Ragionieri, Giorgio Bedoni con l’introduzione di Philippe Daverio, presidente onorario dell’Associazione culturale Bueno che ha sede a Firenze. Il progetto, non a caso, come ha specificato il curatore Stefano Sbabaro – fin troppo accademico nella presentazione del lavoro – ha seguito le fortunate e iniziative realizzate a Villa Bardini attorno alle figure di Pietro Annigoni e Gregorio Sciltian. E’ da vedere e rivivere questa particolare vicenda creativa e umana di due complesse personalità votate alla più autentica pratica pittorica che con originalità riuscì ad avvicinarsi al vivace ambiente culturale fiorentino a partire dagli anni ’40. All’inizio costretti, bloccati dalla guerra. Poi diventati con consapevolezza fiorentini d’adozione. Un percorso tra quadri e opere, in sale e corridoi, molto ben costituito, pieno di rimandi all’arte di questo secolo vulcanico che è stato il ’900. E sullo sfondo ci sono i profondi cambiamenti culturali del dopoguerra, segnati da avanguardia e figurazione. Una mostra, appare in un dipinto anche La Nazione, come un’indagine che approfondisce la quasi simbiosi esistenziale di due fratelli veramente straordinari.