
I soccorritori in azione per cercare il disperso. Al centro il camminatore esperto Alessio Gambini
Marciana (Elba), 14 settembre 2025 – Disperso per oltre 24 ore sui monti dell'isola d'Elba, senza acqua né cibo. A 72 anni, Graziano O. ha vissuto una di quelle esperienze che ti segnano per sempre. Si ricorda ogni passaggio di quelle lunghe ore in cui ha temuto di non farcela. Erano le 08:45 di lunedì 8 settembre, quando il professionista genovese in vacanza, salutava la moglie e partiva, incautamente da solo, per un trekking ad anello da Pomonte. Una camminata di circa 3 ore immerso negli inebrianti profumi della macchia mediterranea e nei panorami mozzafiato della costa occidentale. Con Montecristo e Pianosa che sembrano a portata di mano. Il percorso comprendeva anche la Valle dei Mori, una zona selvaggia e quasi priva di segnaletica. Procedeva spedito, contento del fresco gorgogliare del ruscello e del sentiero che si dipanava tra un guado e l’altro in mezzo ai castagni. Poi prendeva una traccia sbagliata - può succedere a chiunque, perché nella macchia ce ne sono tante, anche ben delineate per centinaia di metri - e finiva per addentrarsi in una fitta vegetazione di rovi.
"È lì che ho rotto lo zaino e perso l’acqua e il telefono e ho iniziato ad avere paura” racconta. “Il momento peggiore è stato quando sono precipitato in un buco e per risalire mi sono dovuto aggrappare ai rovi a mani nude. Ero pieno di escoriazioni”. Una storia ai limiti della sopravvivenza quella di Graziano, che grazie al gps dell’orologio sapeva di essere a 70 metri dal sentiero Gte, ma non riusciva a risalire il crinale.
"Ho patito tanta sete. Ero talmente assetato che bevevo il mio stesso sangue dalle ferite che mi ero procurato tra i rovi. Alla fine sono salito su un masso di granito sperando di essere individuato, sentivo il rumore dei droni sopra di me, intravedevo le luci tra la nebbia in lontananza, ma non riuscivo a distinguere nulla, ormai calava la notte”.

Non vedendolo rientrare, sua moglie aveva dato l’allarme ed era scattata la macchina dei soccorsi. Vigili del fuoco con unità cinofile, droni con le telecamere a raggi infrarossi grazie a speciali unità giunte dal continente, forze della Protezione civile e volontari della Racchetta, della Misericordia di Pomonte e Chiessi, Carabinieri di Marciana Marina e Forestali, la Municipale di Marciana, tutti si erano messi in azione per perlustrare la zona, ma era come cercare un ago in un pagliaio. Poi è squillato il telefono di Alessio Gambini, l’esperto camminatore che tra quelle valli saltella come nel giardino di casa sua, che un giorno si è un giorno si sale sul Monte Capanne e quelle cime le conosce come le sue tasche.
"Mi ha chiamato il comandante dei Carabinieri di Marciana Marina, per spiegarmi l’accaduto e chiedermi se potevo dare una mano”, ci racconta. “Dopo aver esaminato la situazione ho pensato che poteva essersi perso solo nella Valle dei Mori, dove l’assenza di manutenzione ha quasi cancellato la traccia e la segnaletica scarseggia”. Quella notte non faceva troppo freddo e quando è calato il buio, Graziano si è accovacciato in una sorta di cuccia per terra e si è addormentato. “Mi sono svegliato di scatto con qualcosa addosso, un piccolo animale, credo fosse una martora, ma appena mi sono mosso è scappata”. La mattina dopo Alessio Gambini si è messo in moto con un tempo da lupi.
"Mentre percorrevo la valle sotto la pioggia, continuavo a chiamare Graziano. Verso le 10,30 ha iniziato a rispondermi. Seguendo la sua voce, sono riuscito a trovarlo intorno a mezzogiorno. Quando l'ho visto ci siamo abbracciati, ‘mi hai salvato la vita’ mi ha detto, ci siamo commossi e gli ho dato il mio telefono per parlare con sua moglie, che era disperata dal giorno prima. Poi ho inviato la traccia gps ai cinofili che lo stavano cercando sul monte Capanne e ci hanno raggiunto, con loro c’era anche il figlio”. Con la voce rotta dall’emozione anche Graziano rivive gli attimi di quel salvataggio: “Non riesco a descrivere quello ho provato quando ho visto Alessio, era come se dentro di me qualcosa si sciogliesse. L’ho abbracciato e mi sono messo a piangere, poi in 20 secondi ho bevuto i 2 litri d’acqua che mi aveva portato, con una mela e un pezzo di cioccolato. Alessio é una persona straordinaria, non dimenticherò mai quello che ha fatto per me. Poi sono arrivati gli altri soccorsi e ho riconosciuto la voce di mio figlio, ero felice.» Ormai diluviava, il Pegaso era fermo e la macchina dei soccorsi scortava a piedi Graziano, sano e salvo a valle dalla moglie. Un’incredibile storia a lieto fine, grazie al grande cuore e al coraggio di Alessio Gambini che è intervenuto con tempestività e competenza. Una vicenda che è passata in secondo piano perché proprio in quelle ore un terribile nubifragio si abbatteva sull'isola. “Da Elbano ho fatto solo il mio dovere nella mia terra. Ma il merito è di tutti - ha voluto sottolineare l'esperto camminatore di Pomonte - voglio ringraziare Davide Galeazzi che con coraggio mi ha seguito sotto il diluvio, qualsiasi altra persona si sarebbe tirata indietro. Ma ci tengo a ripetere che la macchina dei soccorsi è stata straordinaria. Una vera e propria task-force che ha lavorato senza sosta tutta la notte. Sono orgoglioso della mia isola”.