Firenze, 7 luglio 2024 – Sollicciano e Grosseto, così vicine, così lontane. Dalla pecora nera delle carceri toscane, all’esempio che potrebbe dettare la linea di una reclusione più umana: la trasformazione dell’ex caserma Barbetti. Il suicidio del detenuto tunisino di vent’anni nel penitenziario fiorentino, giovedì scorso, l’esplosione di violenza che ne è seguita in una popolazione ristretta già sull’orlo di una crisi di nervi per le cimici nelle celle, i rubinetti asciutti, la muffa, hanno portato il tema carceri al centro del dibattito politico.

Poche settimane fa, il guardasigilli Carlo Nordio, ospite di Fratelli d’Italia a Firenze, rispondendo a una domanda sull’ormai cronico problema di Sollicciano aveva introdotto un tema che oggi può essere letto come un palliativo all’affollamento che affligge le case circondariali nostrane: trovare nuovi spazi.
Nel caso di Sollicciano, le presenze sono ben al di sopra delle capienza - come emerge dall’ultima rilevazione del presidente dell’autorità garante per i detenuti, Maurizio Felice D’Ettore -, ma paradossalmente ci sono situazioni ancora più gravi. Nordio ha in testa - ed è già stato inserito in gazzetta ufficiale - la creazione dell’"Albo delle comunità". Si tratta di una sorta di riconoscimento ufficiale di quelle realtà che già oggi vengono usate, a discrezione dei giudici, come luoghi di detenzione più soft. A regime, potrebbero ospitare i “definitivi“, condannati per reati meno gravi o che hanno dimostrato una condotta irreprensibile dietro le sbarre, e contribuire al parziale svuotamento delle celle. O chi ha problemi, psichici o di droga. Ma, per Nordio, niente colpi di spugna, come l’amnistia e l’indulto, invocata dal garante fiorentino Eros Cruccolini.
"Noi stiamo cercando di dividere le categorie di questi detenuti: per i minori, per i tossicodipendenti, per chi vive situazioni di disagio psichico c’è la grande possibilità di inserirli in comunità - ha sottolineato nei giorni scorsi il ministro -. Una liberazione incondizionata e gratuita di queste persone, così come avveniva una volta con le amnistie, significa una resa dello Stato".Intanto, la maggioranza di governo si prende il merito del percorso avviato a Grosseto. "Ne eravamo consapevoli che la situazione a Sollicciano era grave. Purtroppo, ne abbiamo ereditato gli effetti nefasti. Se da un lato quest’ultimo deve essere ammodernato, per l’altro, il ministro Nordio e il sottosegretario Andrea Del Mastro, hanno già invece tracciato la rotta da seguire: rigenerazione urbana con un carcere di nuova generazione a Grosseto all’ex caserma ‘Barbetti’, oggi in disuso". È quanto dichiara Fabrizio Rossi, deputato grossetano e coordinatore regionale Fratelli d’Italia Toscana che però sottolinea che: "dopo quest’ultimi episodi, diventa quanto mai opportuno accelerare sul progetto “Grosseto”, facendone una priorità".
Del resto il progetto sul nuovo carcere di Grosseto (che potrà ospitare 500 detenuti e che sarà all’avanguardia) viene da un lungo iter. Il primo incontro tra il deputato Rossi e il ministro Nordio è avvennuto nel novembre 2022. In quell’occasione il ministro sottolineò la necessità di "costruire nuove carceri e migliorare quelle esistenti". Ad agosto 2023 a Firenze vennero firmati i verbali di passaggio tra il ministero della Difesa, con la presa in consegna da parte del ministero della Giustizia della caserma di artiglieria "Rotilio Barbetti". Infine a gennaio di quest’anno è stato firmato firmato l’accordo di acquisizione della Caserma tra il Ministero della Giustizia e l’Agenzia per il Demanio, che era l’originario proprietario dell’area.