Da Roma arriva la cura del rigore. Ecco perché in Toscana il giallo è un miraggio

Sotto i riflettori il rispetto dei parametri. Determinanti i dati dell’occupazione dei letti in terapia intensiva

Laboratorio Covid

Laboratorio Covid

Firenze, 13 dicembre 2020 - Un automatismo più che un accanimento contro la Toscana. Non si deroga alla regola dello stazionamento di due settimane nella fascia colore, attribuita dal ministero della Salute con ordinanza dopo aver ascoltato il parere della cabina di regia. Non si deroga, per ora, perché i miglioramenti della curva epidemiologica ci sono, ma sono lenti. E il governo teme che la terza ondata prenda a schiaffi il Paese nel momento più delicato, ovvero dopo le feste, se i cittadini – appelli al rigore a parte – non saranno capaci di autodisciplinarsi, dandosi un limite anche quando la voglia di abbracci e la paura del default individuale, oltreché di sistema, saranno più forti di sempre. Il momento più delicato perché partirà la campagna vaccinale: raggiungere il 70% della popolazione è un obiettivo sfidante che non conosce possibilità di fallimento. Per il sistema sanitario, affrontarlo con gli ospedali al collasso e la medicina territoriale e di famiglia alle prese con i contagi fuori controllo, sarebbe una mezza catastrofe.

IL BOLLETTINO COVID TOSCANA DEL 13 DICEMBRE

Perché siamo diventati gialli di rabbia ma non saremo gialli di fascia – probabilmente fino a domenica prossima – costringendo il commercio a una ulteriore sofferenza, nonostante i dati in miglioramento? Il ragionamento, per quanto possa sembrare punitivo, è abbastanza lineare. Chi ha provato l’azione di forza, come l’Abruzzo, ne ha pagate le conseguenze. Il sistema di attribuzione di zona colore è stato faticosamente individuato non trovando miglior soluzione a un lockdown semitotale del Paese. La modifica che nel dpcm, approvato il 3 dicembre, consente di cambiare colore a una regione dopo la permanenza di una sola settimana in una determinata zona colore, è stata fatta esclusivamente per situazioni del tutto straordinarie, ma l’impianto di sistema è stato confermato. Dunque la Toscana beffata? Sbaglia chi fa dietrologia pensando a punizioni esemplari a livello politico, immaginando che la nostra regione possa pagare così la mossa del senatore Matteo Renzi che fa tirare il collo al governo, tenendolo appeso a un filo.

Sostanzialmente i motivi per cui siamo ancora arancioni sono – secondo il ministero – dettate da uno svuotamento troppo lento delle terapie intensive. Agenas segnala ancora il superamento della soglia critica del 30% di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive: la Toscana è al 42%. E nei reparti di degenza ordinaria Covid i pazienti sono tanti: 1.449. C’è però da pensare che il Veneto, giallo, in queste condizioni di epidemia, è seriamente a rischio. Forse aggiustare il tiro della regola sarebbe necessario.