Covid, il Natale che ci aspetta fra shopping, cenoni e limitazioni

Accessi contingentati nelle zone dello shopping e green pass solo ai vaccinati tra le ipotesi al vaglio del governo per trascorrere le prossime festività in sicurezza. Ma niente lockdown

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Firenze, 16 novembre 2021 – Sono sotto controllo le ospedalizzazioni, ma crescono i contagi e, in vista del Natale, il governo sta studiando un'eventuale stretta. Non ci sarà lockdown, le persone potranno incontrare familiari e amici e girare l'Italia, ma potrebbero esserci delle restrizioni, anche a livello di ordinanze nei comuni con i contagi più alti. Rassicura il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, che il Natale 2021 “sarà libero”, ma ll governo ai primi di dicembre, sentito il parere degli scienziati, potrebbe intervenire con alcune misure. Ecco le ipotesi sul tavolo.

Natale in città

L'ipotesi è quella di limitare l'accesso ai centri storici e alle zone commerciali più affollate, con la reintroduzione di transenne per regolare i flussi. Accessi contingentati e con green pass è l'ipotesi che riguarda i mercatini di Natale. Anche se sono all'aperto, per alcuni, come quelli di Trento, Rovereto e Bolzano, è già obbligatorio l'accesso con green pass.

I cenoni

Per i cenoni in casa o nei ristoranti misure restrittive scatteranno eventualmente solo dalla zona gialla in su. In caso di zona gialla non si può mangiare al ristorante in più di quattro persone non conviventi per tavolo e all'aperto torna l'obbligo di indossare le mascherine.

Green pass più breve e solo ai vaccinati

Sulla scia anche di quello che sta accadendo in Austria, ad esempio, dove la stretta si è abbattuta solo sui no vax, a dicembre il governo potrebbe decidere di intervenire sul green pass, riducendone la durata – e incentivare così i richiami della terza dose – e dando la certificazione verde solo ai vaccinati e non a chi invece si fa i tamponi.

"Sono preoccupato dell'aumento dei contagi in vista del Natale, che non ci possiamo permettere di vivere con gli esercizi commerciali che non stanno a regime", ha detto il ministro degli Esteri Luigi di Maio nel suo intervento al congresso nazionale di Confimprese Italia. "Il green pass è l' unica soluzione per evitare di chiudere le attività economiche e commerciali. Ricordiamo – ha aggiunto - che l'86% della popolazione italiana si è vaccinata e la comunità scientifica ci deve dire come fare per lasciare aperto tutto”.

Cosa dicono gli scienziati

Secondo Fabio Ciciliano, medico della Protzione civile e della Polizia e membro del comitato tecnico-scientifico per Natale "è prematuro fare previsioni. Siamo in una fase di analisi, ma sono convinto che ciò che è accaduto l`anno scorso non si replicherà grazie soprattutto alla campagna vaccinale. Però bisogna continuare con i comportamenti di buon senso". Il Green pass, ha detto, "ormai non stimola più l`immunizzazione. Andiamo a rilento e dobbiamo essere onesti e realisti: abbiamo raschiato il barile delle prime dosi. Concentriamoci sulle terze dosi. E per i no vax sarà la malattia a immunizzare chi si contagia”. "Dare il pass solo ai vaccinati – conclude – sarebbe una spinta alla campagna". Favorevole a misure più drastiche è anche l'immunologo Guido Rasi, consulente del commissario Francesco Figliuolo, che ipotizza l'obbligatorietà del vaccino e l'esclusione della possibilità di ottenere il green pass attraverso il tampone. Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza propone di togliere il certificato verde a chi rifiuta la terza dose.

Quale Natale sarà? "Dipende da noi"

A dirlo il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto a 'Che tempo che fa' su Rai 3. "Dobbiamo far rispettare fino in fondo le norme sul green pass, che ci sta permettendo di tenere bassi i numeri, perché consente di rendere più sicuro un luogo e ha avuto stimolo per nuove dosi". "In questa fase di recrudescenza - ha sottolineato - è importante rispettare tutti i comportamenti corretti e l'uso della mascherina". Come abbiamo imparato in questi mesi - ha concluso - l'indice Rt che ci sarà tra 10 giorni o l'incidenza del contagio non è già deciso, dipende da noi e i due fattori essenziali sono la campagna di vaccinazione e quindi anche la dose di richiamo e l'uso di tutte le modalità comportamentali corrette che ci possono aiutare".