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Addio al caminetto? Dopo la sentenza dell'Europa arrivano regole più stringenti

I caminetti, che producono moltissimo particolato, e gli impianti più inquinanti nel mirino. Ecco cosa succede in Toscana

Un caminetto domestico

Firenze, 21 luglio 2021 - Dopo la sentenza della Corte di giustizia europea del novembre scorso (che ha condannato l'Italia per la qualità dell'aria), la Regione Toscana va verso la stretta sui camini più inquinanti. Ovvero quegli impianti, in cui rientrano anche le biomasse, con una classe emissiva inferiore a 3 stelle e su cui interviene una proposta di legge approvata a maggioranza dalla commissione Ambiente, guidata da Lucia De Robertis (Pd). La misura, che ora passerà all'esame del Consiglio (su cui Lega e Fdi si sono astenute), interviene in quei Comuni dove vengono oltrepassati i limiti imposti sui valori delle Pm10. E le misure dovranno essere recepite nel Piano di attuazione comunale "ed attuate nei termini e con le modalità stabilite con delibera di giunta", si spiega dalla commissione.

La norma, quindi, sarà accompagnata "da misure di incentivazione per la sostituzione degli impianti di riscaldamento civile a biomassa con impianti alternativi a basse emissioni, già previste dall'accordo di programma stipulato con il ministero della Transizione ecologica e istituite con legge regionale" nel 2020.

Cosa accade a chi non ha altre fonti di calore

Durante il dibattito i commissari hanno posto un problema, ovvero quando "la fonte di calore esclusiva non rispetti i valori limite di concentrazioni delle Pm10". Per queste, è stato spiegato, "le ordinanze di limitazione eventualmente emanate dal sindaco non potranno avere effetto". Licenziando la proposta "autorizziamo la giunta a predisporre un piano di interventi straordinari, ma il pacchetto efficientamento tornerà in commissione dove il nostro parere è vincolante per legge", chiarisce De Robertis.

I sindaci chiedono investimenti alla Regione

Sulla questione interviene anche l'Anci. "Noi diciamo che per poter chiedere alle persone di spegnere i caminetti è indispensabile che la Regione faccia investimenti seri per la loro sostituzione, in modo che le famiglie possano continuare a usarli", sottolineano Matteo Biffoni, presidente di Anci Toscana, e Luca Menesini, presidente Upi Toscana, commentano la proposta di legge approvata ieri anche dalla seduta del Consiglio regionale delle autonomie locali. Inoltre, spiegano, "è necessario un piano d'interventi su più livelli, che coinvolga i settori produttivi della Toscana e la mobilità".

Perché se da una parte "il cambiamento del paradigma ambientale è doveroso e ci trova d'accordo", dall'altra "non può interessare soltanto i cittadini, in particolare quelli che sono più in difficoltà a livello economico. La tutela ambientale deve andare di pari passo con l'eguaglianza sociale: per questo motivo chiediamo al Consiglio regionale e alla giunta interventi più cospicui e più trasversali". In tal senso "l'importante sforzo regionale con i 3 milioni di euro, che accogliamo positivamente, è insufficiente e va rafforzato in quanto risponde solo a poche migliaia di sostituzioni". Secondo i due sindaci, che propongono a Regione ed enti locali ad un lavoro comune, "conseguire i massimi risultati in questo tipo di tematiche richiede il coinvolgimento di tutte le fasce sociali delle nostre comunità, per evitare che a godere degli incentivi e degli aiuti specifici siano le fasce più abbienti della popolazione proprio mentre, al contrario, a subire gli effetti sfavorevoli dei provvedimenti potrebbero essere le componenti economicamente più fragili. Si è già verificata questa situazione, con ampie e note proteste, sulla questione della sostituzione del parco veicoli e degli incentivi all'elettrico".