SERENA VALECCHI
Cronaca

Disforia di genere. La mamma di Greta: “Grazie al Centro di Careggi mia figlia è tornata a vivere”

La donna difende i medici sotto accusa: "Sono riusciti a far sentire subito a suo agio mia figlia"

Firenze, 7 aprile 2024 – "Non ti preoccupare per chi sei": la rinascita di Greta inizia con queste parole che le vengono rivolte, a lei, bambina di 12 anni, cinque anni fa dai medici del centro di Firenze. Parole tutt’ora scolpite nell’animo di questa ragazzina. Greta 17 anni fa nasce in un corpo maschile, che non ha mai sentito suo. Un malessere profondo che ha scavato una voragine. Uno stillicidio per tutta la famiglia. La svolta è stata scoprire che a Firenze c’era un centro per l’affermazione di genere. 

Dunque, di fronte alle critiche del ministero della Sanità, c’è una madre che ribadisce la gratitudine sua e di sua figlia Greta al Centro di incongruenza di genere dell’ospedale di Careggi (Crig).

Il ministro della Salute ha rilevato che al centro Crig ci sono elementi di criticità.

"È una battaglia politica – risponde la madre di Greta –. È un braccio di ferro tra destra e sinistra. Non c’è alcun interesse per la salute dei nostri figli. Ostacolare il lavoro del Crig equivale a condannare all’infelicità, e talvolta anche alla morte, giovani vite. Il percorso di affermazione di genere non è una patologia ma è una condizione ineluttabile. Occorre maggior conoscenza di questi temi da parte di tutto il mondo politico".

Quando avete intrapreso il percorso?

"Mia figlia aveva 12 anni. Viveva in una condizione di estrema infelicità. Non voleva più vivere. Non avevo mai visto il suo sorriso. La svolta è stata scoprire questo Centro. Il nostro approccio con Careggi è stato fin da subito positivo. Un’ancora di salvezza. Non conosco un solo genitore che abbia avuto un’esperienza negativa. Greta non ha mai interrotto il suo percorso con i medici fiorentini".

Frequentate tutt’ora il Crig?

"Certo e ogni volta che andiamo a Careggi facciamo test psicologici noi genitori e mia figlia".

A quale età sua figlia ha iniziato a prendere i farmaci bloccanti?

"Prima di arrivare ai farmaci bloccanti (triptorelina), siamo stati seguiti a lungo dalla psicoterapeuta. Greta ha iniziato il farmaco all’inizio del secondo stadio Tanner (gli stadi puberali, il secondo inizia intorno ai 13 anni, ndr ). E ribadisco: per mia figlia i medici del Crig sono una famiglia. Le hanno restituito la vita. Tanto che quando ho proposto a Greta di continuare il percorso in un’altra regione, più vicina a casa, lei non ha avuto alcun dubbio: Voglio essere seguita solo dalle mie dottoresse, mi ha detto".

C’è un momento significativo che vuole ricordare?

"I medici da subito hanno dato un nome alla condizione di Greta: ’Tu sei solo te stessa, non ci devi convincere su chi sei’, le hanno sempre ripetuto. Queste parole sono state fin da subito la chiave di volta per la sua rinascita".