Mauro Avellini
Cronaca

Tutto il calcio che non ci piace

Il commento

Il vicedirettore de La Nazione Mauro Avellini

Firenze, 17 ottobre 2015 - CARO DIRETTORE, mentre in tv vediamo gli eroi del rugby siamo costretti ancora a sopportare tutto il marcio che ruota attorno al calcio, compresi, da ultimo, i fischi all’inno norvegese. Ma perché i dirigenti non hanno il coraggio di multare in modo equo tifosi, calciatori e società quando sbagliano? O il marcio parte proprio da lì? Renzo S., via mail

NON SAPPIAMO se sia stato qualcuno che non ama lo stoccafisso, ma i fischi all’inno norvegese sono l’ultima perla di una stagione iniziata con un’altra puntata del calcioscommesse, proseguita con l’inchiesta sull’assegnazione dei diritti televisivi e finita (?) con le ombre su Blatter e Platini. Il calcio non è mai stato un esempio di trasparenza e di correttezza, ma la vergogna che sprigiona, fatto salvo l’evento sportivo e agonistico, è ormai davvero globale. Inutile rimarcare la stupidità di certi tifosi, ma colpisce maggiormente l’ottusità planetaria di dirigenti che non riescono a sanzionare ciò che è insopportabile mentre perdonano ciò che è imperdonabile. La svastica accennata sull’erba del campo, nonostante la collaborazione, è costata un punto alla Croazia, mentre i fischi in Turchia ai cento morti di Ankara sono passati inosservati. Più vicino a noi, il simpatico allenatore dell’Arezzo che ha minacciato di morte la squadra, ma hanno cacciato solo il calciatore che l’ha registrato negli spogliatoi. Aridatece le bravate di Balotelli.​