Firenze, alunni picchiati all’uscita di scuola. La preside: in Dad per proteggerli

Sei maggiorenni hanno pestato tre studenti di terza superiore. In due sono finiti all’ospedale. Lezioni a distanza fino a venerdì. La motivazione: "Servirà anche a stemperare gli animi"

Maria Francesca Cellai, preside del Buontalenti di Firenze

Maria Francesca Cellai, preside del Buontalenti di Firenze

La scuola violata, abbrutita da chi ai libri preferisce le mani. Per motivi politici, sentimentali, i bulli che taglieggiano i più piccoli, merende e pochi euro per rimarcare chi comanda. Spacciatori in erba che vendono il 'fumo'. Un’escalation di violenza insopportabile. L’ennesima resa dei conti tra ragazzi davanti ai cancelli di un istituto superiore – sei maggiorenni contro tre studenti di terza, 15-17 anni – ha indotto Maria Francesca Cellai, dirigente dell’Istituto turistico alberghiero Buontalenti frequentato dai tre aggrediti, ad adottare un provvedimento destinato a far discutere: "Ho deciso di mettere tutta la classe in Dad (Didattica a distanza) fino a venerdì per proteggere i miei ragazzi. Dopo il pestaggio lunedì non ho avuto dubbi. I docenti saranno a scuola, i ragazzi seguiranno le lezioni da casa. Lo faccio anche per stemperare gli animi. Oggi (ieri, ndr) alcuni genitori hanno preferito non mandare i figli in classe... ". Assenti i tre picchiati. E la ragazzina involontaria causa dell’agguato.

Scelta clamorosa quella della dirigente scolastica; denota quanto il fenomeno sia diffuso a tutte le latitudini, anche nella civilissima Firenze. Saranno anche, come minimizzano alcuni, episodi accaduti pure nella notte dei tempi. Ma ora queste spedizioni davanti alle scuole oltreché premeditate paiono non avere precedenti per frequenza e intensità. Il ’Buontalenti’ fa parte del Polo scolastico di San Bartolo a Cintoia, laddove l’hinterland fiorentino volge a Scandicci. Molti studenti provengono dalla provincia. Due sono andati al pronto soccorso in ospedale: prognosi lievi, sembra.

Una ragazza 'contesa' all’origine della spedizione punitiva. "E pensare che tutto era annunciato" spiega la preside. Movente "una studentessa della classe dei tre, fidanzata di uno dei 5 aggressori. Pochi giorni fa un compagno avrebbe mandato per gioco un messaggio fasullo, dal cellulare della ragazza, al fidanzato. Per farlo ingelosire. C’è riuscito". Pare l’abbia condiviso nella chat di classe. Il fidanzato ha mandato un messaggio all’autore dello scherzo. Gli ha dato appuntamento fuori dai cancelli. L’altro, intimorito, non è andato a scuola. "A rimetterci – conclude la dirigente – sono stati tre compagni scelti a caso….". Spalleggiato dai suoi 'scherani', tutti stranieri, il ragazzo 'offeso' ha atteso il colpevole all’uscita delle 15,30. Non l’ha trovato. A quel punto, chi c’era c’era. L’Arma conferma il movente sentimentale. Si conoscono, vittime e bulli: non dovrebbe essere difficile identificare questi ultimi.