Affari sì ma non come un tempo, fatturato in calo di quasi il 9%: la sfida Vinitaly per ripartire

La flessione supera quella della media toscana e va a picco soprattutto sul versante degli Stati Uniti, Germania primo mercato, caccia a nuove frontiere per l’export: così le presenze aretine alla Fiera

vino

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Arezzo, 17 aprile 2024 – Vorrebbero invertire la rotta, portare a casa ordinativi e compensare la brusca frenata di mercati come Stati Uniti e nord Europa. Il mondo del vino aretino si mette in mostra presentando 100 etichette al Vinitaly di Verona. La fiera si è aperta domenica e prosegue oggi alla presenza di 4.300 espositori provenienti da 30 nazioni nei 17 padiglioni dove gravitano migliaia di operatori e buyers da oltre 140 paesi che potranno degustare oltre 20.000 etichette. L’Ente Camerale ha organizzato in collaborazione con l’Associazione Strada del Vino Terre di Arezzo, una collettiva di aziende in uno stand istituzionale dove sono ospitate 10 cantine. Presente anche il «wine bar», curato dai sommeliers Ais di Arezzo, con 24 produttori. L’appuntamento di settore, tra i più importanti al mondo, si tiene in un anno particolare per le produzioni italiane che hanno registrato una contrazione dei volumi superiore al 12%. Secondo i dati della Camera di Commercio anche le esportazioni della provincia, che con quasi 6.000 ettari si colloca al quarto posto nella classifica regionale delle superfici vitate dopo Siena, Firenze e Grosseto, hanno registrato nel 2023, con un valore complessivo di 105 milioni di euro, una contrazione del -8,3 % rispetto al 2022 (ma in crescita dell’11,2% rispetto al 2021). Per le etichette aretine il primo mercato di destinazione è quello tedesco con 46 milioni di euro (in flessione del -2,3% rispetto al 2022) seguito da Francia con 13 milioni di euro (-8,3%) e Usa con 8 milioni di euro (-44%).

«La sensazione che arriva dalle aziende presenti a Verona è di grande speranza - spiega Massimiliano Dindalini direttore Cia – per i produttori l’auspicio che l’export verso nuovi paesi come Asia e Sudamerica in cui si stanno registrando sensibili aumenti di vendite e contatti, possa compensare la brusca frenata di Stati Uniti e nord Europa. Una contrazione a cui assistiamo da un anno a questa parte, dovuta a una serie di fattori. Per il nord Europa pesa l’aumento delle tasse sull’alcol e il costo del vetro, che rendono il vino meno accessibile. Lo stesso vale per gli Stati Uniti sia per l’aumento delle imposte sugli alcolici che per un fattore culturale che cerca di limitare il consumo di alcol in generale». Tra i vini trainanti nel mercato aretino tutti quelli a bacca rossa. «Fondamentali Chianti, Sangiovese, Syrah, i vini del Valdarno superiore, le doc e gli igt – prosegue Dindalini – tutto quello che è Tuscany funziona. Speriamo che la fiera serva a rilanciare le transazioni che negli ultimi mesi non sono state buone. E’ importante esserci in maniera corale come con lo stand della Camera di Commercio e strada del Vino».

«Per ora il tempo sta aiutando e se continua così avremo un prodotto ottimo e di qualità – spiega Raffaello Betti direttore Coldiretti- Al Vinitaly ci aspettiamo di avere successo per i tantissimi soggetti presenti e i potenziali acquirenti in termini di esportazioni. Il nostro appeal è collegato all’ospitalità e al mondo degli stranieri da nord Europa, America e Inghilterra. Il turismo fa da traino alle nostre etichette e i nostri vitigni dai Chianti ai Syrah cortonesi incontrano i gusti esteri».