MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

28 luglio 1312, a Prato il furto sacrilego della Sacra Cintola. Storia e leggenda

Oggi la festa della Madonna del Sacro Cingolo. Tutto sulla Cintura di Maria: perché si trova a Prato, quando viene esposta, le 'tre chiavi', la macchia di sangue del ladro nel Duomo, le celebrazioni di oggi e come partecipare alla visita speciale di domani nel ricordo di quanto avvenne sette secoli fa

L'ostensione del Sacro Cingolo avviene a Prato cinque volte all'anno: Natale, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto e 8 settembre

L'ostensione del Sacro Cingolo avviene a Prato cinque volte all'anno: Natale, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto e 8 settembre

Prato, 28 luglio 2025 - Pensate di possedere una delle reliquie sacre più preziose della storia, e immaginate di perderla perché qualcuno ha provato a rubarla. È quello che è successo a Prato tra il 27 e il 28 luglio del 1312, dunque settecentotredici anni fa. Prato possiede infatti la Sacra Cintola della Madonna. Si tratta della Sacra Cintura che, secondo antiche tradizioni, la Vergine donò a san Tommaso al momento della sua Assunzione in cielo. È qualcosa di più di una reliquia: è un prezioso simbolo di unione tra cielo e terra, tra l’umano e il divino.

La leggenda

Si narra che un angelo annunciò alla Vergine la morte, tre giorni prima dell’evento, e subito portò presso di Lei da località diverse, prodigiosamente, tutti gli apostoli, escluso san Tommaso. Gli apostoli assitettero la Vergine fino al suo trapasso, quindi ne trasportarono il corpo nella valle di Giosafat e lo posero in un sepolcro chiuso da una grossa pietra. Subito dopo gli apostoli furono accecati da una forte luce, e nello stesso momento san Tommaso venne portato prodigiosamente dall’India sul Monte degli Ulivi. Di qui egli vide, dentro una luminosissima nube, la Vergine che veniva assunta in Cielo: la invocò e la Madonna gli gettò la propria cintura, in segno di benevolenza e a testimonianza dell’evento miracoloso. Il furto sacrilego Quella tra il 27 e il 28 luglio del 1312 fu una notte leggendaria, uno dei momenti più importanti della secolare storia della città. Quella notte il chierico pistoiese Musciattino cercò di rubare la Sacra Cintola ai pratesi. Secondo la tradizione popolare, si narra che, dopo che gli fu mozzata la mano, la folla inferocita abbia scagliato l'arto tagliato verso la chiesa e che esso abbia lasciato su una pietra del Duomo, una macchia di sangue a forma di mano. Il vero nome di Musciattino, ormai celeberrimo, era Giovanni di ser Landetto da Pistoia, un chierico secolare che secondo la leggenda voleva impadronirsi della reliquia mariana e portarla nella propria città, anche se studi più recenti indicano Firenze come destinazione. La storia è nota a tutti i pratesi, che almeno una volta nella vita hanno cercato l’impronta della mano del ladro, tagliata e lanciata contro la chiesa dalla folla inferocita. La narrazione vuole che la traccia, di colore rosso sangue, si trovi nell’architrave della seconda porta sul lato sud, quella più vicina al campanile. Certamente il fatto è macabro, ma conferma il grande e secolare legame tra la Cintura di Maria e la comunità cittadina, un affetto e una devozione che si perdono nella notte dei tempi. Perché la Sacra Cintola si trova a Prato La Sacra Cintola è custodita a Prato da oltre otto secoli e ha attraversato tutti i principali avvenimenti storici della città. Secondo la tradizione fu consegnata da Maria all’apostolo Tommaso al momento della sua Assunzione in cielo. Nel tempo la reliquia è stata consegnata a un sacerdote, i cui discendenti se la tramandarono fino a che un mercante pratese di nome Michele, in pellegrinaggio a Gerusalemme, si innamorò di Maria, discendente di quella famiglia. Quando i due si sposarono, Michele ebbe in dono la Sacra Cintola e la portò con sé a Prato intorno al 1141. In punto di morte il mercante la donò al proposto della pieve di Santo Stefano, oggi cattedrale. La Sacra Cintola, o Sacro Cingolo, è una striscia di lana finissima, broccata in fili d’oro. Ed è paradigmatico che il simbolo della città del tessile sia proprio un manufatto tessile. La reliquia appartiene ai pratesi e la sua proprietà condivisa è simboleggiata dal possesso delle tre chiavi necessarie per aprire lo scrigno che la contiene. Due sono di proprietà del Comune e una è della Diocesi. Ogni anno viene mostrata in pubblico cinque volte l’anno: Natale, Pasqua, primo maggio, 15 agosto e al termine del Corteggio Storico dell'8 settembre, giorno della Natività di Maria. Nei secoli la sacra reliquia è stata venerata da principi e imperatori, santi, vescovi e papi. Giovanni Paolo II la venerò il 19 marzo 1986 durante la sua visita a Prato. In occasione del VI centenario della traslazione, la Sacra Cintola è stata venerata dal Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, dai vescovi della Toscana riuniti in conferenza e da oltre trentamila fedeli. Viene custodita nell'omonima cappella del Duomo. Ogni anno, per i festeggiamenti dell'8 settembre, i gruppi in costume attraversano le vie del centro città per raggiungere piazza Duomo, dove si incrociano i valori laici e religiosi, simbolicamente rappresentati dalle tre chiavi (due di proprietà del Comune ed una della Diocesi) che aprono lo scrigno contenente la preziosa reliquia. L'ostensione viene celebrata dal Vescovo dal pulpito esterno del Duomo: è il momento più simbolico e solenne della festa di Prato. Le celebrazioni

Oggi, 28 luglio, secondo il calendario «proprio», ricorre la festa della Madonna del Sacro Cingolo, la preziosa reliquia simbolo della città e della Chiesa di Prato. La ricorrenza viene ricordata in Duomo alle ore 9 con la recita del rosario e alle 9,30 con una messa nella Cappella del Sacro Cingolo presieduta dal parroco canonico Marco Pratesi e concelebrata dal Capitolo della cattedrale. In questo giorno, partecipando alle funzioni in programma o almeno visitando devotamente la cattedrale, si può ottenere l’indulgenza plenaria alle consuete condizioni (confessione e comunione sacramentale, recita del Padre nostro e del Credo, preghiera per il Santo Padre). L’indulgenza, ovvero la remissione delle pene dovute per i peccati, è stata concessa, nel 1996, in virtù del titolo di Basilica minore attribuito alla cattedrale da Papa Giovanni Paolo II. Una visita speciale nel ricordo di quanto avvenne sette secoli fa Domani, 29 luglio, il Museo dell’Opera del Duomo propone di rivivere uno degli eventi storici più leggendari avvenuti in città: il tentativo di rubare la Sacra Cintola. La serata, con inizio alle ore 20, offre una visita notturna alla cattedrale, ma in particolare ci si soffermerà nella Cappella del Sacro Cingolo mariano. La visita, a cura di Serena Pecini, ripercorrerà quei leggendari fatti e spiegherà le bellezze contenute nella Cappella, mostrando lo splendido ciclo pittorico di Agnolo Gaddi, che racconta la storia della Cintola e il suo arrivo a Prato. Il costo per la partecipazione è di 20 euro. Per informazioni e prenotazioni si può scrivere una email a [email protected] o telefonare al numero 340-5101749 (anche Whatsaspp).