
Ucciso all’incrocio dai ladri in fuga. Muore nell’auto dopo lo scontro con la moto rubata in controsenso
In tre, giovanissimi, su una moto rubata, imboccano via Gioberti contromano a velocità folle. Di giorno è la via dello shopping dei fiorentini, ma anche di notte qualcuno passa. Il destino colloca all’incrocio con via del Ghirlandaio Lorenzo Brogioni, 43 anni, che ha da poco salutato la fidanzata. La sua Panda si ribalta per uno schianto tremendo, il giovane fiorentino muore schiacciato nell’abitacolo nonostante gli sforzi dei vigili del fuoco per estrarlo dalla lamiera. Feriti anche due dei tre che erano a bordo della motocicletta di cui, probabilmente, si erano appropriati loro stessi poco prima, in una via del centro. Morte e rabbia, nella notte di Firenze. Perché questo non è un incidente stradale come gli altri che nell’ultimo mese hanno insanguinato le strade del capoluogo. Assomiglia più alla tragedia di cui rimase vittima Duccio Dini, coinvolto suo malgrado in un inseguimento fra bande rom rivali.
Adesso, le indagini coordinate dal pm Gianni Tei, e affidate alla polizia municipale fiorentina, dovranno ad esempio chiarire perché i tre scappavano. Due sono ricoverati a Careggi e piantonati a vista, in attesa della definzione della loro posizione dal punto di vista giudiziario. Dai primi rilievi stavano spingendo l’acceleratore di una Bmw, immatricolata nel 2004, a quasi 100 all’ora. Un terzo soggetto – probabilmente una ragazza, come emerge dalla prima consultazione delle telecamere cittadine – si è invece allontanata subito dopo lo schianto ed è ora ricercata. Per identificare i tre ci è voluto un po’, visto che in tasca non avevano documenti. Uno è minorenne. Le loro condizioni sono gravi, ma dovrebbero farcela. Sono stati sottoposti anche ai test per droga e alcol.
Chi non ce l’ha fatta è invece Lorenzo. La sua Panda primo modello, che spesso caricava di libri da esporre sulla sua bancarella di ambulante, si è rovesciata per la forza dello schianto.
Erano circa le due di un martedì appena cominciato. La Panda di Brogioni proveniva da via del Ghirlandaio e voleva imboccare via Gioberti nell’unico senso consentito, in direzione del centro città. La moto gli è piombata addosso proprio da dove non doveva arrivare. L’impatto è stato tremendo. Micidiale. Letale.
L’utilitaria si è ribaltata, finendo sul marciapiede di via Sarpi, dall’altro lato di via Gioberti. Un botto che ha svegliato i residenti: molti sono scesi in strada, a portare il primo soccorso.
I mezzi del 118 hanno preso in cura i due giovani della moto, mentre per il 43enne sono dovuto intervenire i vigili del fuoco: era imprigionato nell’abitacolo. E purtroppo, quando l’operazione è terminata, per lui non c’era più niente da fare.
Il silenzio commosso della strada si è rotto quando la fidanzata di Brogioni è arrivata sul luoog dell’incidente. Ha cercato di abbracciare per l’ultima volta l’amato, mentre i soccorritori cercavano di allontanarla. Una scena straziante.
"Siamo sgomenti per l’accaduto, ed esprimiamo vicinanza alla famiglia della vittima per questa grave perdita – ha detto il sindaco Dario Nardella –. In giunta abbiamo parlato anche di questo tragico incidente e deciso che, in attesa di ulteriori elementi e di chiarire l’esatta ricostruzione, il Comune si costituirà parte civile in un eventuale processo contro i responsabili dell’incidente mortale. Questa è una ferita enorme per tutta la città".
"Non vogliamo più piangere morti a causa dell’idiozia di taluni – dichiarano Francesco Torselli, Alessandro Draghi e Simone Sollazzo, capigruppo di Fratelli d’Italia rispettivamente in consiglio regionale, a Palazzo Vecchio e al Quartiere 2 –. Auspichiamo che questi criminali scontino il massimo della pena e siano rimpatriati nei loro Paesi di origine. Firenze è stufa di essere sottomessa a questi delinquenti che trattano la nostra città come fosse di loro proprietà. Serve con urgenza un Centro per i rimpatri, rinnoviamo la nostra disponibilità a fare la nostra parte per individuare un luogo idoneo".