ENRICO SALVADORI
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Quel magico anno fra la Versilia e Rio Il ’63, Joao Gilberto e la bossa nova

L’indimenticabile stagione del grande musicista bahiano, che per tre mesi fece impazzire il Bussolotto

Quel magico anno fra la Versilia e Rio  Il ’63, Joao Gilberto e la bossa nova

Quel magico anno fra la Versilia e Rio Il ’63, Joao Gilberto e la bossa nova

di Enrico Salvadori

Sessant’anni fa la grande musica brasiliana, e in particolare la bossa nova, esplodeva in Italia e lo si deve a quanto accade in una Versilia al tempo davvero ruggente. In quel 1963 la bossa nova stava invadendo il mondo dopo che un anno prima Vinicius de Moraes, Tom Jobim e Joao Gilberto avevano lanciato "A garota de Ipanema" che diventerà un successo planetario. Ascoltato con grande piacere anche adesso.

Nel luglio 1963 Tom partì per una lunga tournée negli Stati Uniti, mentre Joao Gilberto – accompagnato dalla moglie Astrud, cantante che lanciò in America "The girl from Ipanema" ma che nel tour non cantò mai – scelse l’Italia e portò con sé tre fenomenali musicisti: il pianista Joao Donato, il contrabbassista Tiao Neto e il batterista Milton Banana. Arrivarono a Roma e furono protagonisti per una settimana sul palco al Foro Italico. Poi partirono destinazione Versilia dove riempirono per tre mesi il Bussolotto, il privé di quella cattedrale del divertimento che era la Bussola. Tutta la storia arriva, nei dettagli, dal libro del critico musicale Ruy Castro ’Chega de saudade. La storia e le storie della bossa nova’.

I quattro musicisti, racconta Castro, non avevano mai suonato dal vivo assieme e Gilberto e Donato passavano il tempo durante lo show ridendo degli errori l’uno degli altri. Ma nonostante questo clima goliardico, secondo quando raccontato da Neto, quello che venne realizzato in scena fu sensazionale.

Il Bussolotto era una sala privé frequentata dagli intellettuali e soprattutto da chi aveva a cuore la buona musica. Nel grande salone della Bussola vera e propria, l’orchestra di Bruno Martino suonava l’hully-gully e si esibiva sempre con un bolero da lui stesso scritto, un autentico capolavoro come il famosissimo "Estate", pubblicato nel 1960: molti anni dopo Joao Gilberto se ne ricordò e lo volle incidere. Nella Bussola si esibivano anche Jean Sablon, lo chansonier di "Vous qui passez sans me voir", e Chubby Checker, il re del twist.

I due, dopo i loro spettacoli, salivano al Bussolotto per ascoltare Joao Gilberto. E si emozionavano. Di fronte all’hotel dove il gruppo alloggiava, a Focette, ad appena cinquanta metri dal locale, la spiaggia si apre lunga e accogliente. Nei tre mesi che rimasero lì, Joao Gilberto però non ha lasciato le sue impronte sulla sabbia nemmeno una volta. Rimase chiuso nella sua stanza, accarezzando una gatta che aveva portato da Roma e che aveva chiamato Romaninha. Si preoccupava per i primi sintomi di problemi muscolari che lui provava alla mano e a una parte del braccio destro. Il conto gli sarebbe stato presentato più avanti.

La stagione in Versilia si chiuse trionfalmente a ottobre e il quartetto appagato da quel successo rinunciò a continuare la tournée in Tunisia. Joao Gilberto si diresse a Parigi, gli altri a New York. Fu l’ultimo viaggio che Joao e Astrud fecero insieme: lei andò a Rio e lui a Parigi conobbe Miucha Buarque de Hollanda (la sorella di Chico) che studiava lì e se ne innamorò fino a sposarla.