MAURIZIO GUCCIONE
Cosa Fare

Puccini giovane, due inediti . Alla Chigiana l’omaggio al maestro

Prima assoluta all’Accademia. A Siena sono stati eseguiti i brani sconosciuti, rinvenuti da Berti “Beata viscera” è per sole voci femminili; “Crolla ahimé“ un’aria ricorrente nelle processioni di Cristo morto.

La musica di Giacomo Puccini è stata ospite ieri sera dell’Accademia Chigiana di Siena dove si è tenuta una prima assoluta. Si tratta di due brani per coro inediti: una vera e propria novità nel panorama delle composizioni del maestro.

Si intitolano “Beata viscera” e “Crolla ahimé”, una esibizione che è andata a inserirsi nel convegno “Giacomo Puccini nella storia della lingua italiana: libretti, lettere, poesia” che ha visto l’organizzazione dell’università di Siena, in collaborazione con il Centro studi Giacomo Puccini di Lucca.

Tutto questo all’interno della cornice dei festeggiamenti per il centenario della morte del maestro lucchese (1924-2024). Due opere particolari, se vogliamo “minori” ma indubbiamente importanti perché vanno ad accrescere la conoscenza e quel “sapere nuovo” sull’opera e la vita del compositore.

A parlarci di queste due composizioni è Virgilio Bernardoni, professore di Musicologia e storia all’università di Bergamo, nonché vicepresidente del Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca al cui vertice siede la professoressa Gabriella Biagi Ravenni.

"Ieri sera – afferma il docente – abbiamo ascoltato due brani sconosciuti, il cui ritrovamento possiamo festeggiarlo grazie al nostro collaboratore Aldo Berti, che li ha rinvenuti in luoghi del tutto particolari: la parrocchia di Monte San Quirico di Lucca e il Seminario della città".

"Una di queste composizioni – prosegue nella sua analisi il professor Virgilio Bernardoni in realtà, non è del tutto inedita perché Puccini in più occasioni la cita; ne abbiamo rinvenute tre copie, e un brano, “Beata viscera”, è molto interessante perché scritto solo per voci femminili, quando Giacomo Puccini aveva 17 anni".

Un brano che, secondo le ricerche, è da mettere in relazione al giorno della monacazione della sorella del maestro, Iginia, divenuta poi suora agostiniana.

Secondo il professor Bernardoni, ”Crolla ahimé“, "possiamo collocarlo agli inizi degli anni ‘80 dell’Ottocento; fa parte delle arie ricorrenti in occasione delle processioni del Cristo morto, ed è un pezzo a tre voci".

Questo brano non è mai stato eseguito ufficialmente – aggiunge il docente – , se non attraverso rappresentazioni che però non hanno mai interpretato la forma originale, e a quanto risulta agli esperti, è stato sottoposto a rimaneggiamenti.

Per Virgilio Bernardoni, "elemento interessante in “Beata viscera” è la presenza di voci femminili". Secondo il musicologo, infine, "grazie al ritrovamento di composizioni minori, riusciamo a costruire il tessuto legato all’evoluzione del Maestro, anche attraverso la ricerca e il “dissodamento” della strada pucciniana per arrivare a raggiungere la rotondità attorno a Puccini".

Una ricerca, quella del Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca, che non tralascia niente, perché uscendo dal percorso delle opere note di Puccini, si arricchisce di nuova conoscenza, scoprendo come ha fatto con questi due brani, la vita compositiva di Puccini fino dalla giovane età, regalando le sfumature più variegate.

Intanto registriamo che l’ambasciata d’Italia a Berlino ha ospitato una serata dedicata al Maestro Puccini mentre il prossimo 31 marzo, all’interno della Stagione dei Concerti popolari della Filarmonica di Berlino, sarà dedicato proprio a Puccini il tradizionale “Concerto di Pasqua”.