La magia della Pop Art. L’epopea visionaria degli Anni ’60 in Italia

Fa tappa a Pistoia la mostra che racconta un’epoca attraverso 70 opere. Da Lichtenstein a Warhol, fino ai ’nostri’ Rotella, Schifano e molti altri.

La magia della Pop Art. L’epopea visionaria degli Anni ’60 in Italia

La magia della Pop Art. L’epopea visionaria degli Anni ’60 in Italia

Da quando in Italia tutto esplose, a Venezia, alla Biennale del 1964, tra grida di "scandalo" e ovazioni alla vivacità della corrente, a quando tutto scemò, negli anni delle contestazioni, nell’infuocato ’68, dando chiaro indizio che un’altra stagione artistica stava già iniziando. Nel mezzo c’è tutto ciò che di là dall’oceano ha caratterizzato con forza il dirompente movimento della Pop Art: il mito, i divi e le dive del cinema, la politica, l’arte del passato che dialoga con l’oggi, nuovi e inediti materiali che si fanno scultura, le merci e il consumismo, il movimento sulla scia delle esaltazioni futuristiche.

È un viaggio tutto italiano, con tappa anche a Pistoia che è la città che ospita la mostra, quello proposto da "’60 Pop Art Italia", settanta opere in dialogo a ricucire nelle intenzioni del suo curatore Walter Guadagnini il diffondersi di una corrente che ha visto nelle città di Roma, Milano, Torino e Palermo i suoi centri più vivaci e prolifici.

A Palazzo Buontalenti, una delle sedi espositive di proprietà della Fondazione Pistoia Musei, fino al 14 luglio prossimo di nomi dei grandi del movimento ce ne sono parecchi: Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Richard Hamilton, assieme agli italianissimi Mimmo Rotella, Mario Schifano, Titina Maselli, Mario Ceroli, Michelangelo Pistoletto, Piero Gilardi e molti altri, coi ‘nostri’ Roberto Barni, Gianni Ruffi, Adolfo Natalini e Umberto Buscioni.

A far da manifesto a questo appuntamento, promosso da Fondazione Caript con il sostegno di Intesa Sanpaolo, c’è un soggetto certamente iconico, Marilyn Monroe, la cui sensuale figura viene ricontestualizzata da Roberto Crippa in forma di collage. Ed è da qui che parte il percorso di visita, proseguendo con la Scuola di Piazza del Popolo fortemente varia per stile e linguaggio che si sofferma sui temi della mercificazione – del corpo e dell’oggetto -, andando avanti con la Scuola di Pistoia e facendo sosta nell’Italia tutta, ‘accarezzando’ anche la città di Palermo che pur nella complessità del contesto sociale dell’epoca sviluppa una scena culturale vivacissima, con il musicologo-pittore Antonio Titone a far da capofila.

A inaugurare questo primo evento di Pistoia Musei in formazione di ente del terzo settore, il suo presidente Antonio Marrese, la direttrice Monica Preti, il presidente della Fondazione Caript Lorenzo Zogheri e Michele Coppola per Intesa Sanpaolo, assieme al curatore Guadagnini che ha condotto la visita nelle sale del Buontalenti, aperte ieri per un’anteprima riservata agli addetti ai lavori.

"Particolarità di questa mostra è il taglio originale che il curatore ha scelto, con prestiti eccellenti da istituzioni e realtà prestigiose – ha detto Preti -. Con l’invito a scoprire anche le altre sedi di Pistoia Musei, quindi Palazzo de’ Rossi e Antico Palazzo dei Vescovi, abbiamo ‘seminato’ qui alcune altre opere Pop, due di Gianni Ruffi e una luminosa di Mario Lodola che affaccia proprio su piazza del Duomo e che resterà accesa ogni giorno dalle 16 per tutta la durata della mostra". La mostra sarà visitabile dal mercoledì alla domenica, dalle 10 alle 19; tutte le info su www.pistoiamusei.it.

linda meoni