"Una data spartiacque per il malessere giovanile? L’avvento dell’iPhone4, che inglobando la telecamera nello smartphone ha dato il là ad un salto tecnologico che ha avuto conseguenze devastanti nei giovani". Delinea un panorama cupo e preoccupante Luca Ricolfi, sociologo e politologo.
Tra selfie e social, i giovani inseguono modelli irraggiungibili che finiscono per ledere la loro autostima…
"Purtroppo è così. Dal 2010-2011 le statistiche ci forniscono dati inquietanti. Non a caso gli studiosi parlano di una epidemia internazionale di malattie mentali".
Alla base di tutto?
"La competitività. Ma non certo a scuola. Soprattutto le ragazze entrano in crisi perché la loro immagine non rispecchia gli standard di bellezza dei social. A partire da quegli anni, i suicidi hanno subito un’impennata a livello globale. E il collegamento con le nuove tecnologie non può non essere evidenziato. La crisi economica in quel biennio era superata. Eppure, soprattutto nei paesi considerati più civilizzati, la curva dei suicidi si è impennata. Così come le diagnosi di depressione e ansia".
Col Covid tutto si è acuito.
"Dopo la pandemia abbiamo assistito a un’esplosione dei sintomi di disagio, che hanno preso due direzioni: da una parte maggiore aggressività e criminalità, con un raddoppio dei fenomeni negativi nel giro di un triennio, tra baby gang, rapine, omicidi e violenze sessuali. Dall’altra, un ulteriore aumento dei fenomeni autolesivi. I sintomi aggressivi si manifestano in parallelo a quelli auto aggressivi. Eppure, tutto questo arriva dopo un cinquantennio di agio".
Parrebbe un controsenso.
"Come sociologi parliamo di disagio giovanile dalla fine degli anni Sessanta, senza a quanto pare accorgerci che stavamo invece costruendo una condizione di assoluto agio per i giovani. Penso alla libertà sessuale ed all’asticella della promozione a scuola, che si è molto abbassata in questi anni. Possiamo dire che la rimozione sistematica di ogni tipo di difficoltà o limitazione abbia creato una gioventù impreparata ad affrontare la vita. Ma le cause sono anche altre".
Ad esempio?
"L’iper-protezione dei genitori ha effetti disastrosi. E poi i social. La competitività è a colpi di like. Vince chi è bello e ricco. Discostarsi da certi canoni diventa molto complicato, soprattutto per le ragazze".
E.G.