Diecimila fiaccole nella notte. L’emozione sfila in silenzio fino al lungo applauso finale

Tante famiglie e bambini al corteo organizzato a Pisa per dire addio alla specialista uccisa. La figlia Alice: "Mi ripeteva in continuazione che l’unico modo per emanciparsi è studiare".

Diecimila fiaccole nella notte  L’emozione sfila in silenzio  fino al lungo applauso finale

Diecimila fiaccole nella notte L’emozione sfila in silenzio fino al lungo applauso finale

di Saverio Bargagna

PISA, 3 maggio 2023 –  Una dopo l’altra le fiaccole si accendono e la luce si propaga. Il chiarore si espande circolare, illuminando tutta la piazza, poi una strada, quindi l’intera città in un moto del tutto simile alla tenue increspatura dell’acqua quando si lancia un sasso sulla superficie ferma di uno stagno. Si alza il fumo delle torce, mentre le lacrime compiono il cammino opposto, solcano le guance e cadono a terra, sull’asfalto ancora caldo del sole primaverile lasciando liberi ricordi e preghiere: "Addio Barbara".

Pisa saluta Barbara Capovani, la "sua" psichiatra, la dottoressa barbaramente uccisa sul vialetto dell’ospedale Santa Chiara venerdì 21 aprile all’uscita dal lavoro. Migliaia di persone – si stimano oltre 10.000 presenti e il numero rende bene l’idea dell’emozione collettiva – sfilano in composto silenzio attraverso le strade centrali della città accompagnando idealmente, da una parte all’altra del fiume Arno, tutte le altre fiaccolate che si svolgono in contemporanea nel resto d’Italia. Un abbraccio infinito che unisce i luoghi simbolo di Pisa saldandoli nel fuoco di una torcia: il Corso dello shopping, il ponte di mezzo, l’antico borgo per poi raggiungere la Torre di Pisa e, infine, l’ospedale Santa Chiara dove si è consumata l’aggressione alla psichiatra di 55 anni. Ad anticipare il corteo una corona di fiori con un nastro dorato con una sola parola: Barbara. "Era impossibile separare la persona dal medico", racconta la figlia Alice agitando gli stessi capelli ricci della madre. "Era fiera di essere psichiatra e questa passione l’ha trasmessa a tutti noi. Ogni vaccino rappresentava una spiegazione. Mi ha insegnato lei a fare i prelievi usando i familiari come cavie e utilizzando al posto del laccio emostatico il nastro per creare pacchetti regalo". "Sarebbe stata orgogliosa – continua la figlia – della borsa di studio che il consiglio dell’ordine dei medici ha voluto dedicarle. Mi diceva sempre che l’unico modo per emanciparsi è studiare". Barbara Capovani è in ogni lumino acceso, ma ogni fiamma che procede nelle prime tenebre della notte racconta una propria storia. Chi cammina in silenzio per piangere un’amica, chi denuncia le continue aggressioni subite dagli operatori sanitari nelle corsie e negli ambulatori, chi è parte di quel mondo del volontariato che ogni giorno si trova al fianco di chi soffre e indossa una divisa.

E poi ci sono tante persone comuni: famiglie, bambini. Quando le fiaccole illuminano la Torre pendente il lutto di Pisa assume connotati universali. Qualcuno si stringe più forte in un abbraccio. Il silenzio si fa impenetrabile, rotto soltanto dall’applauso che si eleva una volta che la cima del corteo raggiunge il luogo in cui è avvenuto l’omicidio. Allora 20.000 mani battono insieme a tempo, scrivendo una nuova storia d’amore e sacrificio.