"C’è ancora molto da fare. Bonifiche fondamentali"

Il professor Migliore: "La malattia può manifestarsi anche dopo 30-40 anni"

"C’è ancora molto da fare. Bonifiche fondamentali"

"C’è ancora molto da fare. Bonifiche fondamentali"

"La prevenzione è fondamentale, bisogna spingere sulle bonifiche, abbiamo in Italia ancora troppe strutture con presenza di amianto".

Il professor Marcello Migliore è esperto in Chirurgia toracica. Direttore della Sezione di Chirurgia Toracica del Dipartimento di Chirurgia al Policlinico Universitario di Catania, è anche consulente scientifico dell’Osservatorio Amianto. E’ uno dei massimi esperti nel settore delle malattie legate all’amianto. Lo contattiamo in Arabia Saudita dove si trova per un convegno medico.

La malattia può arrivare anche dopo anni dal contatto, è per questo che abbiamo capito la pericolosità dell’amianto con grande ritardo?

"Sì, la malattia si manifesta anche dopo 30-40 anni dall’esposizione. Chi lavorava in miniera a 20 anni purtroppo ha scoperto la malattia a 60 e oltre, chi ha prestato servizio sulle navi o nelle fabbriche lo stesso, ora abbiamo molti casi che sono relativi a 30-40 anni fa".

A che punto sono le cure?

"Non c’è ancora una terapia per la guarigione. Si sta lavorando sull’allungamento della vita di chi è colpito da mesotelioma o asbestosi, le due casistiche principali. Ci sono stati progressi, da una speranza di vita di sei mesi siamo passati a un anno e anche tre anni".

Ci sono interventi chirurgici che possono essere eseguiti?

"E’ necessario che il mesotelioma sia confinato in un piccolo spazio e non abbia invaso tutti i tessuti, allora si possono eseguire interventi di chirurgia meno invasivi e successivi trattamenti di chemioipertermia intra operatoria che danno buoni risultati. In passato si facevano interventi molto invasivi che però spesso non erano molto efficaci".

I problemi delle malattie legate all’amianto possono riguardare anche i familiari delle persone esposte a questa sostanza?

"Sì, ci sono casi di mogli di operai che si sono ammalate semplicemente lavando le tute da lavoro che contenevano fibre di amianto assorbite durante i turni in fabbrica. La contaminazione è possibile".

Ci sono speranze per il futuro?

"Dobbiamo bonificare ambienti di lavoro, scuole, navi e tutto ciò che può contenere amianto. Poi la comunità scientifica sta lavorando molto nella ricerca e ci sono progressi importanti. L’intelligenza artificiale ci darà una mano per velocizzare la messa a punto dei nuovi farmaci".

Luca Filippi