Era necessario aumentare la quota di finanziamento per posto letto nelle Rsa. Come Cgil Fp siamo sempre stati convinti che le quote fossero da rivalutare, casomai insieme anche alla quota sociale a carico dei Comuni (i grandi assenti nel dibattito). Sarà interessante capire anche se i gestori e la politica ora sono d’accordo su quanti sono i posti letto da moltiplicare per l’aumento, visto la querelle apertasi durante la pandemia.
E forse la spinta è venuta dalla vertenza legale che alcuni gestori hanno intrapreso per l’adeguamento delle quote Istat che la Regione non gli riconosceva dal 2012 (senza fare i conti in tasca a nessuno, vista la vittoria in sede legale, i gestori potranno contare su più risorse e applicare così pienamente i Contratti di lavoro). Ma a questo punto sul piano delle risorse sarà utile capire se sono risorse aggiuntive stanziate dalla Regione o se le Asl dovranno ricavarle con economie dai loro bilanci. Nelle Asl Toscane sono in atto tagli al personale diretto draconiani visto l’effetto a caduta dei tagli al finanziamento del Ssn da parte del Governo, e così se la Regione non aumenterà la tassazione regionale l’effetto di calo di qualità e quantità di servizi sarà ancora più rapido. L’alternativa sarà spostare i servizi verso il privato che agisce come sempre sul contenimento del costo del lavoro. A questo punto del dibattito politico sul salario minimo (molti lavoratori nel terzo settore hanno paghe orarie al di sotto dei famosi 9 euro), sarebbe stato essenziale che gli assessorati e il presidente imponessero come prevede la norma Toscana “il rispetto del Ccnl di riferimento e degli accordi integrativi regionali sottoscritti”. Tra i sottoscrittori del protocollo toscano c’è chi adotta i contratti separati, è il caso di Anaste o Aiop Rsa, e anche se non sono interessati a questo finanziamento è scandaloso il comportamento delle associazioni delle Misericordie che impediscono il rinnovo del loro contratto.
Bruno PaciniSegretario Fp Cgil Toscana