ANGELA BALDI
Cosa Fare

«Arezzo città dell’anima», Cacciari arriva al Petrarca

Sarà ospite domenica 4 febbraio di Arezzo Science Lab con il suo «La metafisica concreta»

cacciari

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Arezzo, 3 febbraio 2024 – Incontriamo il Professor Massimo Cacciari in attesa della sua conferenza di domenica 4 febbraio alle 17,30 al Teatro Petrarca per il Festival Arezzo Science Lab.

Sarà un piacere Professore incontrarla ad Arezzo per il Festival Science Lab, dove avremo modo di entrare tra le pagine del suo ultimo libro “Metafisica Concreta” (Adelphi). In uno dei nostri ultimi incontri il Prof. Vallortigara ha elogiato la bellezza della scienza e della ricerca libere, non ossessionate o votate ad un fine immediatamente spendibile. Il suo libro è a mio avviso permeato da questo spirito. E quando la scienza è libera di esprimersi, di indagare, diviene fortemente concreta sprigionandosi forse al meglio.

"Sulla libertà della ricerca scientifica non bisogna costruire facili ideologie. La scienza moderna è intrinsecamente connessa alla dimensione tecnico-pratica. E dunque al complesso del sistema economico-produttivo. L'operari scientifico, il lavoro dello spirito, come l'ho chiamato in un mio libro recente, nella sua stessa organizzazione sociale, non funziona che nei termini di una cooperazione globale, che necessita di mezzi ingentissimi di ogni tipo. Nel mio libro, Metafisica concreta, intendo piuttosto la "libertà" della scienza contemporanea come libertà da ogni principio deterministico-meccanicistico, libertà da ogni rigido principio di causalità. E qui ne vedo la relazione teoretica con la filosofia”.

Il titolo, che solo apparentemente presenta una dicotomia, è mutato dal filosofo russo Florensky. Lei con quest’opera porta a compimento un lavoro decennale che si struttura in sostanza in una articolata serie letteraria.

“Metafisica concreta conclude una ricerca iniziata con Dell'Inizio del 1990 e proseguita con Della cosa ultima, 2004 e Labirinto filosofico, 2014. E' una ricerca propriamente metafisica, poichè ha per oggetto, proprio nel senso aristotelico, l'essente in quanto essente, e non questa o quell'altra delle dimensioni in cui ci appare. L'essente in quanto essente implica il problema, l'aporia che non può risolversi in termini predicativo-categoriali, della sua provenienza, e cioè dell'Inizio - e infine della sua destinazione, e cioè dell'Ultimo, del Fine Ultimo cui nel suo movimento, nel suo agire appare sempre tendere. Tra questi limiti illimiti si danno tutte le forme del suo manifestarsi, e le forme per eccellenza almeno nella nostra civiltà sono filosofia e scienza nel complesso delle loro relazioni (e questo è il problema affrontato nell'ultimo libro)”.

Cito un passaggio: “Quest’Ordine non può derivare che da un solo Principio – se il Principio mancasse, l’idea stessa dell’Ordine verrebbe meno”. E’ possibile un’analogia con la sfera politica? Sentiamo da più parti celebrare il requiem delle ideologie a favore di una sorta di realpolitik, ma è proprio così o a suo avviso devono invece essere riscoperte, anche per non cadere nel pensiero unico che lei nel libro segnala come pericoloso?

“Metafisica significa voler "salvare" l'integrità dell'essente. Esso non è mai isolato-separato dal tutto, e mai una semplice parte in-differente. L'essente è questo singolo e,allo stesso tempo, elemento-fattore attivo del Tutto. Metafisica è una visione d'insieme di questa relazione tra identità del singolo e complessità delle sue relazioni. Nessun Ordine è concepibile altrimenti: non è Ordine ridurre tutto all'Uno, e non è Ordine astrarre il singolo essente dalla vita del Tutto.

Cito un altro passaggio: “La ricerca filosofica appare intrinsecamente teoretico-pratica, è ricerca di verità e giustizia”. La dimensione del bene connota la sua ricerca?

“Il Principio non è un Re, non è una Legge. Il Principio informa, irradia. Così una comunità politica non funziona perchè un Capo o un insieme di Norme sovrane dettino le forme del nostro agire, ma solo se tali forme rispettano quella relazione tra identità e complessità, tra singolo essente e il Tutto, di cui prima ho parlato. Vi è comunità politica se ciascuno riconosce il valore dell'altro, si interroga sulle ragioni di tale riconoscimento e in questo trova l'espressione della sua libertà”.

Chiuderei chiedendole un suo ricordo della nostra città, anche come cultore del bello.

“Arezzo è per me una delle città dell'anima. Davvero, non potrei immaginare la mia esperienza, il viaggio che bene o male ho compiuto nella mia vita senza Arezzo, senza gli affreschi di Piero. E' stato un destino vero e proprio: il primo viaggio che ho compiuto da solo, senza genitori, a 15 anni è stato proprio qui, in questa città, di cui credo di conoscere e amare ogni pietra”.