Settore pubblico, dov’è l’equilibrio di genere?

Daniela Carlà

Daniela Carlà

Firenze, 22 marzo 2021 - Non quote a favore delle donne ma norme antidiscriminatorie per riequilibrare il potere tra i generi e colmare la stridente distanza  tra il paese reale e i luoghi in cui si decide: è urgente intervenire con una legge efficace per tutte le nomine e  designazioni pubbliche.

Lo esige la nostra Costituzione che nell'articolo 51, riferito sia agli uffici pubblici che alle cariche elettive, stabilisce che "la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini".

Vi sono norme già vigenti per le assemblee elettive, ma non sono state assunte iniziative specifiche per le nomine e per le designazioni pubbliche.

Noi rete donne, che ha proposto gli emendamenti antidiscriminatori nelle leggi elettorali, poi approvati con consensi trasversali, insiste da tempo sulla utilità di una legge quadro che coinvolga tutte le nomine pubbliche, anche nelle regioni e nei comuni, declinata in considerazione delle specificità delle authority, degli organi di rilevanza costituzionale, degli organismi di consulenza, delle designazioni commissariali, ma che non ammetta eccezioni.

L'esperienza insegna in modo inconfutabile che in automatico, affidandosi alla buona volontà, non si colma il divario tra i generi. La drammatica situazione in cui versa ora il paese e le caratteristiche della crisi causata dalla pandemia non solo hanno evidenziato disparità già palesi, ma le hanno rese insopportabili.

Alzi la mano chi non avverta disagio e tristezza di fronte alle immagini di soli uomini in luoghi in cui si decide, fonte oramai di incredulità e sfiducia e persino grigie e antiestetiche. Il Covid ha definitivamente svelato e aggravato miopie, contraddizioni, inadeguatezze del nostro assetto sociale e istituzionale.

Non sono più tollerabili rinvii e rimozioni, la ricostruzione necessita della gestione condivisa delle responsabilità, riconferendo cosi credibilità, autorevolezza, affidabilità alle istituzioni e al sistema paese nel suo complesso.

Una buona notizia c'è. La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha avviato l' esame del disegno di legge trasversale per l'equilibrio di genere nelle cariche pubbliche, prima firmataria la senatrice Pinotti e relatrice la senatrice Valente, che riprende l'approccio e buona parte della proposta di noi rete donne.

Il confronto dovrà ora riguardare il merito e non l'opportunità di una legge, non solo necessaria ma anche urgente. Non abbiano timore i detrattori delle quote di genere, non è di questo che si tratta e anche noi non amiamo le quote.

Stiano tranquilli, il nostro paese non soffre di overdose di norme sulle quote in favore delle donne. Del resto, l'unica legge sulle quote con una valenza generale, sia pur riferita non alle nomine e alle cariche ma agli uffici pubblici della nazione, è stata approvata dal fascismo che, nel decreto legge del 5 settembre del 1938, stabilì un limite del 10% all'impiego di personale femminile negli uffici pubblici e privati, tutelando così il 90% di quote azzurre.

Daniela Carlà è promotrice di Noi Rete Donne