La comodità di dimenticarsi degli ultimi

L'altra faccia della Fase 2. Il commento della direttrice de La Nazione

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 21 maggio 2020 - Gli ultimi della classe non votano, non producono, consumano poco. Non hanno un’associazione di categoria né un sindacato, non si siedono ai tavoli istituzionali, sui giornali ci finiscono entrando dalla porta di servizio. Gli ultimi della classe di questo Governo, di questo Paese, sono gli studenti, i bambini, i disabili.

Che fossero loro, in fondo, lo avevamo sempre saputo, il Covid però ce lo ha sbattuto in faccia. Dimenticati sempre e comunque: nei giorni della quarantena, quando si poteva far uscire il cane ma non un ragazzino e neppure per una boccata d’aria. Dimenticati quando si chiusero i giardini prima delle fabbriche. Dimenticati, anzi cancellati in questa Fase 2 in cui la politica si è arresa alla finanza, ma non ha dato uno sguardo se non quasi infastidito all’infanzia, all’adolescenza, all’istruzione, alle fasce deboli. Pensare a loro sarebbe stato un piccolo passo per chi ci governa. Non averlo fatto diventa un gigantesco passo (indietro) per la civiltà.