Se la bagarre oscura è il vero nodo del 41 bis

Il caso Cospito si è arenato nella melma degli scontri di partito

Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove ospite di "Porta a porta"

Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove ospite di "Porta a porta"

Firenze, 5 febbraio 2023 - Non esiste più, ormai, un caso Cospito. Si è arenato nella melma degli scontri di partito. Non si parla più dell’anarchico al 41-bis, ma del clamoroso “incidente” - se così vogliamo definirlo - firmato da Giovanni Donzelli, vicepresidente del Copasir, e Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia. Coinquilini, amici. Così è stata giustificata la rivelazione di Delmastro a Donzelli, che in aula ha raccontato i colloqui fra Cospito e alcuni boss mafiosi al 41-bis: “I mafiosi hanno il terrore non del carcere ma del 41 bis. Lo Stato fino a ora non ha cambiato idea. Ma c’è una nuova strada che la mafia sta tentando per far cedere lo Stato sul 41 bis. Ed è un nuovo personaggio, un influencer, che sta utilizzando questo strumento”, ha detto Donzelli, figura di spicco di Fratelli d’Italia, tra i più vicini a Giorgia Meloni. “Il 28 dicembre del 2022 - ha detto ancora Donzelli in aula - Cospito ha avuto un confronto con un boss della ’ndrangheta” che lo ha esortato ad andare avanti nella sua campagna. “E Cospito il 12 gennaio ha incontrato anche i parlamentari Serracchiani, Verini e Orlando che andavano a incoraggiarlo nella battaglia: questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi e della mafia?”.

La situazione sta sfuggendo di mano. Anzi, è sfuggita di mano. Per Delmastro e Donzelli è stata predisposta la scorta. Il Pd continua a chiederne le dimissioni. Del caso Cospito non si parla più, si parla soprattutto delle responsabilità politiche. Nel suo intervento alla Camera, il ministro Carlo Nordio ha riconosciuto che da Donzelli “sono state citate informazioni che attengono al regime detentivo speciale” e che “tutti gli atti relativi al 41-bis sono per loro natura sensibili”, per cui “ai fini della loro ostensione occorrono specifiche verifiche”. Ma i problemi non sono tutti del governo. L’opposizione, va detto, non rende un buon servizio nemmeno a sé stessa, tra il deputato e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, che presenta un esposto in Procura a Roma sul caso Donzelli-Delmastro, e una delegazione del Pd che va, il 12 gennaio scorso, nel carcere di Sassari per visitare Cospito. Anche fra i politici sembra esserci una tattica, non strategia, della tensione, che nasconde i problemi del 41-bis, indicati dalla Corte costituzionale, che è già intervenuta in passato.

Il ministro della giustizia ha affermato che il 41 bis non è assolutamente in discussione. Il 41 bis però resta un problema nella sua attuazione, come ha spiegato anche Giovanni Maria Flick in un’intervista al Dubbio: “Il 41 bis è un istituto che, come ha più volte sottolineato la Corte costituzionale, è finalizzato esclusivamente ad impedire comunicazioni con l’organizzazione criminale all’esterno. Non è possibile, alla luce della giurisprudenza della Corte, utilizzare il 41 bis per aggravare la pena facendola diventare più dura. La pena è la limitazione della libertà personale. In questa limitazione, la pena non può essere ulteriormente aggravata con un particolare trattamento di rigore. Né il trattamento di rigore può essere utilizzat o per indurre il detenuto a confessare, ammettere fatti o stimolare una collaborazione con l’autorità”. Di questo si dovrebbe parlare, non degli schizzi di fango fra forze politiche.

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