Una festa per seimila: cardiopalma amaranto

Stadio pieno ed entusiasmo alle stelle nonostante il gol a freddo. Il silenzio dello stadio sul rigore del 3-1, poi la lunga apoteosi .

Una festa per seimila: cardiopalma amaranto

Una festa per seimila: cardiopalma amaranto

di Luca Amorosi

Una curva così piena non si vedeva dalle semifinali playoff di serie C contro il Pisa: era il 2018. Da quel giorno sono passati già cinque anni con poche gioie e tanti bocconi amari. Proprio per questo, forse, la voglia di esserci in caso di vittoria era più forte che mai: lo si è visto dalla prevendita, trascorsa al ritmo di un migliaio di biglietti venduti al giorno. La tensione è montata con il passare dei giorni, delle ore e dei minuti, fino a esplodere negli attimi immediatamente precedenti al calcio d’inizio. Fin da mezzogiorno ieri i primi gruppi di tifosi si sono presentati all’altezza del botteghino di viale Gramsci per mangiare un panino e bere una birra al banchino organizzato da Orgoglio Amaranto per vivere in compagnia le ultime ore di attesa e smorzare la tensione.

Poi, l’ingresso allo stadio in largo anticipo per preparare un colpo d’occhio sensazionale: le tante bandiere realizzate ad hoc mischiate con i curatissimi bandieroni dei gruppi organizzati hanno colorato il muro della Minghelli, attorniato dagli striscioni Us Arezzo 1923 in cima e in basso con uno con su scritto: Passione viscerale, orgoglio popolare.

Alla bolgia iniziale ha fatto da contraltare un silenzio assordante al momento dell’immediato vantaggio ospite, proprio sotto la Sud. Un groppo in gola, la paura di non farcela, poi il pari di Risaliti che fa ha fatto esplodere l’intero stadio e passare la paura.

L’incubo sembra alle spalle, il Comunale si rianima e in pieno recupero arriva il gol del vantaggio che invola gli amaranto verso la C. È l’apoteosi, che culmina poi nella ripresa con il gol di Castiglia dal dischetto che porta a due i gol di margine e mette l’ipoteca sulla promozione. L’attesa per il fischio dell’arbitro, la rincorsa e la palla che si insacca: attimi che sembrano eterni, poi la gioia che può di nuovo esplodere. Tutto lo stadio ora attende solo la fine: anche in campo, tolta qualche fiammata, non accade più nulla. Al triplice fischio parte la festa: la squadra va a festeggiare sotto la Sud e poi sfila davanti alla tribuna. I tifosi inneggiano ai giocatori, che indossano delle maglie celebrative, poi tributano un coro a Paolo Indiani. Ifesteggiamenti sono poi proseguiti per le vie del centro: il 16 aprile 2023 si aggiunge al 25 aprile 2004. Giorni di grandi imprese.