
"A questo sport mi sono avvicinato quasi per caso. Fin da piccolo avevo la passione per la carabina che aveva mio zio ma i miei genitori non me l’hanno mai voluta comprare. Per questo appena sono diventato grande mi sono tolto la soddisfazione di comprarla e ho iniziato a sparare. Insomma mi sono subito accorto che ci prendevo abbastanza...".
Gianni Fabianelli, aretino, è primo in Europa e terzo al mondo nel field target, una disciplina sportiva nata in Gran Bretagna all’inizio degli anni Duemila e che oggi ha praticanti in quaranta Paesi diversi. Per questo è stato premiato dal Coni provinciale per i suoi risultati che comprendono un titolo europeo a squadre. Il field target è nato come una simulazione della caccia agli animali nocivi in campo aperto con l’utilizzo di carabine ad aria compressa con varie potenze. I bersagli sono sagome metalliche che vanno colpite in un’area che può andare da di 15 a 40 millimetri. Le distanze oscillano tra i 9 e i 50 metri. L’atleta può sparare seduto, in ginocchio o in piedi. Una gara è costituita da 50 bersagli. Le competizioni internazionali si disputano di norma su 150 bersagli totali suddivisi in tre giorni di gara. Per ogni tiro c’è un tempo stabilito entro cui sparare.
"Purtroppo il Covid ha fermato tutte le manifestazioni a livello nazionale e internazionale: stiamo cercando di capire come potremo ripartire – spiega Fabianelli – mi piacerebbe partecipare al prossimo Europeo. Il Mondiale invece no, perché il nostro è uno sport povero e le spese sono praticamente tutte a carico nostro".
Una gara è una sfida all’ultimo tiro sul filo della tensione, spostandosi su campi di gara che si trovano in splendidi ambienti naturali, sapendo che il margine di errore è minimo: "È uno sport nel quale la componente mentale è fondamentale ed è forse conta più di quella tecnica – spiega Fabianelli – la cosa più importante è riuscire a dominare le emozioni, sia positive che negative. Devi farti scivolare sopra sia l’euforia per un bel colpo che lo scoramento per un errore".
L’esperienza maturata in anni di attività e gare è fondamentale per tenere i nervi saldi: "Cerco sempre di dare ascolto a tutti i sensi mentre sono in gara – continua il campione aretino – anche fare attenzione al rumore delle foglie sugli alberi quando tira vento è decisivo per capire qual è il momento migliore per far partire il colpo".
Federico D’Ascoli