LUCA AMOROSI
Sport

"L’uomo del fiume» ospite a Rigutino del Festival del calcio italiano. I suoi cinque anni in amaranto sono stati il fulcro della serata. I ricordi di Cosmi: "Qui mi sono trovato a casa»

"Ho creato rapporti umani stupendi diventando allenatore professionista". Il racconto delle varie esperienze

Serse Cosmi durante la serata di lunedì ospite del Festival

Serse Cosmi durante la serata di lunedì ospite del Festival

AREZZO È stato un fiume in piena Serse Cosmi, detto non a caso "l’uomo del fiume", come il titolo del suo libro. L’allenatore di Ponte San Giovanni, alle porte di Perugia, era il grande ospite della serata di lunedì organizzata dal Festival del calcio italiano, ideato e prodotto dal giornalista Donato Alfani, nella terrazza panoramica dell’hotel New Energy Valdichiana di Rigutino. Imbeccato dalle domande della giornalista Francesca Muzzi, ha intrattenuto i presenti per oltre due ore tra aneddoti, battute e i ricordi più belli e toccanti della sua carriera. "Fare un incontro del genere ad Arezzo è fin troppo facile – ha esordito Serse. Qua mi hanno fatto sentire a casa, un privilegiato: ho creato rapporti umani stupendi e sono diventato un allenatore professionista". Ovviamente i suoi cinque anni in amaranto sono stati il fulcro della serata: Cosmi ha parlato di come è arrivato sulla panchina del Cavallino e di come ha sovvertito un certo scetticismo iniziale. Ha parlato delle sue vittorie, ha raccontato qualche aneddoto divertente e si è anche commosso quando è stato il momento di ricordare Lauro Minghelli: "Sono arrivato in ospedale qualche secondo prima che morisse", ha svelato, con la voce rotta e le lacrime agli occhi. Arezzo è stato il suo trampolino di lancio: Gaucci lo chiama nella sua Perugia, dove debutta su una panchina di serie A, poi scende di categoria per vincere la B con il Genoa, anche se le indagini sul calcioscommesse cancelleranno quella promozione. A Udine il momento più alto, come dice lo stesso Cosmi con la solita ironia: "Siamo andati a un passo dalla qualificazione agli ottavi di Champions contro il Barcellona, una squadretta". Il calcio, nel frattempo, cambiava a grandi falcate e spesso in peggio, secondo Serse, che come sempre non le ha mandate a dire, accusando una mancanza di gavetta degli allenatori di oggi, certificando il sopravvento dei procuratori e criticando gli atteggiamenti della maggioranza dei calciatori. "Oggi non è che non ci sono più le bandiere, non ci sono neanche le aste" è una delle tante battute che hanno strappato un sorriso al pubblico presente, prima della chiusura in cui ha affermato: "Potrebbe esserci ancora posto per Cosmi in questo calcio, ma forse non in panchina". Intanto, per lui, c’è posto eccome a teatro, dove sta spopolando con i suoi spettacoli incentrati sul suo libro. Se non facesse l’allenatore, si direbbe che sia nato per stare su un palco.

Luca Amorosi

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