LUCA AMOROSI
Sport

Donati svela le sue corse infinite: "Ora vado a scalare il Monte Bianco"

Atletica leggera: l’aretino ventinovenne ha ottenuto grandi risultati nella disciplina dell’ultra trail

Alessio Donati, 29 anni, l’atleta delle distanze più lunghe

Alessio Donati, 29 anni, l’atleta delle distanze più lunghe

di Luca Amorosi

Alessio Donati è di fatto il portabandiera aretino di una disciplina, la Ultra Trail, che ha origine dalle corse su strada ma abbraccia distanze più lunghe, dislivelli notevoli e, spesso, paesaggi mozzafiato. Ha ottenuto risultati importanti di recente e corre nel club Trail Running Project di Castiglion Fiorentino e per il team marchigiano Fessura, che lo sponsorizza.

Donati, ci spiega in cosa consiste?

"Rientra nell’atletica leggera ed è una specialità del trail. L’ultra trail ha distanze di almeno 60-80 chilometri, ma si può arrivare anche a cento e oltre, forse l’essenza di questa specialità".

Com’è nata questa passione? "Il primo contatto è stato nel 2017 con i campionati del mondo a Badia Prataglia, che hanno favorito il movimento qua da noi. Poi il colpo di fulmine a Poti, durante il Covid, con il mio amico Simone Zampoli: era inverno, c’era la neve e mi innamorai di questa disciplina. Poco tempo dopo feci la mia prima gara, il Trail Sacred Forests, sempre a Badia Prataglia, e non mi sono più fermato".

Fino a ottenere ottimi risultati.

"Sì, sto vivendo una grande stagione: ho vinto l’Ultra Trail della Lenticchia a Campi di Norcia, l’Alpe della Luna Trail a Badia Tedalda, il Trail dei Molini a Magione e per ultima, il 31 maggio, la Vesuvio Marathon, forse la vittoria più bella perché è la gara più lunga che ho vinto (75 km) e faceva molto caldo. Ogni vittoria e ogni gara, comunque, ti lasciano qualcosa, anche solo per i panorami o la natura attorno".

Come si preparano corse così lunghe?

"Occorre mettere lo sport anche prima dei propri cari e del lavoro, a volte. Mi alleno almeno sei volte a settimana, anche con doppie sedute. C’è tanta corsa ma non solo: potenziamento, poi nuoto o bici per sciogliere la muscolatura o per non stare fermi anche se si hanno degli acciacchi. Nella quotidianità è impossibile replicare certe distanze, anzi sarebbe dannoso: uscite in solitaria da 30-40 km vanno bene, ma si deve arrivare alla gara con la voglia e la forza di finirla".

In gara come ci si gestisce? "Dipende molto dalle distanze. In genere ci sono dei checkpoint ogni tot chilometri per rifocillarsi con acqua e cibo. L’alimentazione è decisiva: riuscire a mangiare qualcosa anche quando la stanchezza e la tensione si fanno sentire fa la differenza".

Sta preparando qualche gara? "Vengo purtroppo da un problema al piede che ha condizionato una delle gare a cui tenevo di più, la Ultra Trail Lavaredo di 120 km sulle Dolomiti. Ero voluto arrivare al traguardo per onorare la corsa e per la mia squadra, la mia famiglia e la mia fidanzata Ilaria che mi supportano sempre e che ringrazio. Ma mi sto rimettendo in sesto per la Ultra Trail del Monte Bianco del 29 agosto, 176 km con 10mila metri di dislivello positivo. È tra le gare più importanti al mondo, una classica cui partecipano atleti da ogni dove".

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