
Il teatro di Laterina
Arezzo, 11 gennaio 2022 - Primo appuntamento con la stagione teatrale a Laterina. Sabato 21 gennaio alle 21,15 andrà in scena “Riportando tutto a casa”. Sul palco I Prestavoce, interpreti di una pièce in prima assoluta “La Zanzara” di Alessandro Giuseppe Tedesco, con la regia di Manola Rosadini e la produzione dell’associazione culturale Paro Paro. E’ un dramma in tre atti che affronta il tema di quanto l’uomo abbia smarrito la capacità di cogliere tutto il brutto, la banalità, la saccenza inutile e la mostruosità che lo circonda e contribuisce ad eleggerli unica realtà possibile, e pertanto unica bellezza possibile. A tutto questo l’uomo si deve adattare e omologare. La poesia che ha permesso all’uomo di descrivere e concepire ciò che lo circonda, avvicinandosi all’armonia dell’Amore Divino con cui tutto è stato creato, è stata via via perduta, attraverso l’impoverimento e l’imbarbarimento del lessico che l’uomo ormai usa da tempo. La Zanzara è la voce della Poesia che afferma: ”Io sono, in questo mondo come la zanzara, nessuno la ama, nessuno la vuole, tutti la vogliono schiacciare, ma come la zanzara, sono capace di volare oltre i muri di cuori umani e mescolarne il sangue”. Il tempo in cui il dramma si svolge è l’oggi; può essere il domani. Il protagonista è Agostino, dipendente di una multinazionale, un uomo alla ricerca del significato della propria esistenza. Egli da un po’ di tempo, si esprime con un linguaggio poetico e musicale, e questo atteggiamento crea negli altri dipendenti sconcerto ed estasi, dubbi e domande. Sarà chiamato dalla dirigenza a rispondere al perché non si conformi e non riesca a omologarsi come tutti gli altri dipendenti. Sullo sfondo del primo e secondo atto c’è un letto: la scena cui assistiamo appartiene al mondo onirico di Agostino o è quello che avrebbe voluto che la sua vita fosse, ma ahimè ormai non ha più tempo? Il terzo atto lascerà al lettore e allo spettatore decidere, ma indicherà ad Agostino una nuova via: lasciare il posto alla Poesia “dolce frutto della danza nascosta della luce dell’anima che manifesta il suo amoroso legame con il Divino”, l’unica che può “ridare una forma armonica a ciò che è deforme per il cattivo umano pensare”. Le parole della Poesia danzano annunciando e glorificando l'amore infinito che dal Divino discende e a chi le conosce danno vita eterna e l’averne coscienza crea il mondo. Così Agostino, può morire, diventando esso stesso poesia, perché alla fine rimarrà solo la Poesia.