Oro, partito l'expo: Ieg rilancia per l'accordo, l'incubo dei dazi

Gli stand subito al lavoro mentre sullo sfondo riparte la trattativa con il gigante riminese. Il sottosegretario Geraci: "Stiamo agendo per liberare i mercati"

Oro Arezzo è ripartito

Oro Arezzo è ripartito

Arezzo, 7 aprile 2019 - Il trionfo dell’oro va in scena al palaffari. Luccicano i gioielli in vetrina, si muovono i buyers, si interrogano gli espositori: sarà la fiera giusta per il rilancio? I dubbi non mancano e c’è anche chi si domanda quale sia oggi il ruolo dei grandi expo. E se abbiano un ruolo che non sia quello della visibilità e dell’immagine. Ma non era la mattinata giusta per porsi troppi problemi, era invece il momento per ribadire lo stretto legame che c’è fra OroArezzo e un territorio che sul metallo fonda ancora le basi del sistema economico provinciale.

Il tutto nell’ambito delle laboriose trattative in corso tra Arezzo Fiere e Ieg per la cessione al colosso riminese delle manifestazioni orafe e possibilmente anche di più. Con un vincolo stretto: OroArezzo deve rimanere qui, «è intorno alla fiera - come dice il segretario generale della Camera di Commercio Giuseppe Salvini - che si è sviluppato il distretto».

Fatto salvo che i guai non mancano, a cominciare da quelli finanziari: «Resta complicata - dice ad esempio il sindaco Alessandro Ghinelli - la situazione di Arezzo Fiere. In realtà i problemi vengono da lontano e il tempo non ha contribuito a risolverli, anzi negli ultimi anni la situazione è andata decisamente peggiorando».

Mattinata in lungo, con il taglio del nastro slittato quasi alle 13 all’interno del grande auditorium nel quale hanno preso la parola i protagonisti dell’evento, lasciando l’onore della chiusura al sottosegretario all’economia Michele Geraci. Il presidente di Ieg, Lorenzo Cagnoni, ha invocato una regìa unica nazionale delle fiere, rilanciando l’accordo con Arezzo e il calendario in accordo con Vicenza.

Ma c’è stato anche il battesimo ufficiale di Sandra Bianchi, amministratore unico di Arezzo Fiere, alle prese con una patata bollente che sta affrontando con determinazione, «e ringrazio i miei collaboratori Luca Benvenuti e Francesco Bonelli che mi danno una grossa mano». Ancora Ghinelli che rilancia, «mi auguro una collaborazione con Ieg non solo per l’oro ma anche in altri settori».

E se il governatore Enrico Rossi guarda con fiducia al ruolo dei distretti e al connubio oro-moda, Beppe Angiolini si augura una sinergia tra tutti gli attori «per far spiccare il volo al brand Arezzo». Ivana Ciabatti, presidente nazionale di Federorafi, punta al sodo e reclama «la reciprocità nei dazi, assurdo che il dazio delle esportazioni in Cina costi il quadruplo delle importazioni dalla Cina stessa».

Ma è dalla Via della Seta, dice Ciabatti, che si scorge il mercato più interessante, «e allora il governo ci supporti lavorando sui dazi, l’aspetto fondamentale: il libero mercato con il Canada ci ha portato un +78%».

Risponde a stretto giro di posta il sottosegretario Geraci, economista di fama: «Siamo lavorando su questo fronte e l’export, settore di cui sono responsabile, è il core business. Ma in Italia la metà dell’export, contrariamente ad altri Paesi europei, arriva dalle piccole e medie imprese. E’ a queste che dobbiamo pensare, già avendo le grandi strumenti per affrontare i mercati. La formula? Da governo a governo, contatti diretti per dare spazio alle Pmi. Con la Via della Seta intendiamo fare questo»