Il grido d'allarme di Giampiero Bigazzi: "Facciamo ripartire il mondo dello spettacolo"

Il titolare di Materiali Sonori, nota etichetta discografica valdarnese, non chiede assistenzialismo, ma riforme vere del settore.

Giampiero Bigazzi

Giampiero Bigazzi

Arezzo, 02 gennaio 2020 - E’ una situazione molto complicata, per non dire di peggio, quella che stanno vivendo gli operatori del mondo dello spettacolo. La pandemia ha fermato teatri, sale da concerto, cinema. E’stato uno tsunami sanitario, ma anche economico e anche il settore dell’intrattenimento ha pagato un dazio pesantissimo al Covid. A confermarlo Giampiero Bigazzi, titolare della Materiali Sonori, storica etichetta musicale toscana, con sede a San Giovanni, che lo scorso anno ha festeggiato i 40 anni di attività. Il 41esimo è stato davvero complicato. “Al primo lockdown di marzo l’intero settore si è fermato – ha spiegato Bigazzi -. Abbiamo poi avuto delle occasioni in estate che abbiamo sfruttato con pazienza e serietà, anche se, in genere, condizionate da mancanza di risorse e dalla gestione complicata degli ambienti e del pubblico. Ma è stata una boccata d’aria e il consenso incontrato, veramente notevole, ha dimostrato la voglia di cultura e di momenti di partecipazione. Con l’autunno siamo stati bloccati di nuovo dalla seconda ondata. Ed è stata una bella botta”. Bigazzi ha mostrato grandi perplessità sui provvedimenti adottati.

“Certe scelte sono state francamente incomprensibili, considerando che in estate la correttezza nei luoghi di cultura è stata impeccabile – ha detto -. L’impressione è che chi ha gridato più forte abbia ottenuto maggiore considerazione e maggiori margini di manovra. Tutto il settore occupa diverse centinaia di migliaia persone, famiglie da mantenere e produzione economicamente rilevante. Ma sono soprattutto un esercito di lavoratori, spesso intermittenti, che permettono all’industria dell’intrattenimento, chiamiamola così, di essere uno dei pilastri del nostro Paese. C’è da dire però che la pandemia, con i disastri che ha provocato, ha fatto emergere questo mondo. Finalmente il concetto di “spettacolo dal vivo” è entrato un pochino nei pensieri e nel linguaggio anche della classe politica”. Vendendo ai ristori, Bigazzi non chiede assistenzialismo. “Abbiamo bisogno di regole certe e consapevoli, di leggi apposite (soprattutto per quanto riguarda la musica), di spazi giusti, di coinvolgimento della scuola. Mi chiedo,perché la matematica e non la musica? Perché la letteratura e non il teatro come drammaturgia? E il cinema? Occorre rivedere l’accesso al fondo unico dello spettacolo, riformare il codice dello spettacolo dal vivo, semplificare, uniformare, rivedere i meccanismi previdenziali, abbassare l’iva per la musica. Lo spettacolo sta morendo ed è indispensabile intervenire per chi opera in un così grande e importante comparto, oltre la logica dei ristori”.

Intanto però si guarda avanti. Bigazzi e il suo staff stanno cominciando a pensare alla prossima edizione del festival Orientoccidente. “In queste settimane poi sosteniamo “Entra nella scena”, un’azione promossa in Valdarno da Flame Parade e Brahms Strumenti Musicali a sostegno della musica indipendente. Per ogni acquisto da oltre 250 euro, verrà regalato un Cd proposto da una band. Hanno aderito in quindici fra gruppi e artisti. L’iniziativa nasce dalla volontà di costruire connessione tra i musicisti e solidarietà in un settore attualmente in difficoltà e in un’ottica di economia circolare. Ci è piaciuta per il suo valore di sostegno della musica indipendente, partendo dal nostro territorio così ricco di esperienze creative e musicali”.