Virus, le bimbe in quarantena sole "adottate" dalla zia. La mamma sta meglio: "Grazie"

La donna, conferma la Asl, presto sarà dimessa. Montevarchi, la madre è ricoverata, la nonna morta di virus: Silvia Chiassai era diventata tutore, volontari davanti a casa.

Il personale medico è sotto pressione a causa dei tanti contagi da Covid-19

Il personale medico è sotto pressione a causa dei tanti contagi da Covid-19

Montevarchi (Arezzo), 28 marzo 2020 - Non sono più sole le due bimbe di Montevarchi rimaste in isolamento dentro casa dopo che la nonna era morta di virus mentre la mamma è ancora ricoverata. Entro la giornata saranno accolte da una parente, una zia, che ha deciso di accoglierle per il restoi della quarantena. Ad annunciarlo è stato il sindaco Silvia Chiassai in un video Facebook poco prima dell'ora di pranzo.Le bimbe sono comunque rimaste in collegamento via Skype con la mamma e hanno potuto anche seguire le lezioni on line, spiega la prima cittadina.

E intanto dalla Asl arrivaa un'altra buona notizia: la mamma sta meglio e presto verrà dimessa dall'ospedale e riportata a casa.Ma la donna già ringrazia la vicinanza di tanta gente. E rngrazia tutta la comunità di Montevarchi e scrive “la solidarietà è uno dei buoni risvolti del COV-19”.

LA STORIA. Chiuse in casa, in isolamento, sole ma non sole. Sono due sorelline che frequentano le scuole elementari di Montevarchi, la città più popolosa del Valdarno aretino. Il virus, il maledetto virus, li ha esclusi da ogni contatto: il papà non c’è, loro abitavano con la mamma e con la nonna, gli unici riferimenti familiari diretti. La nonna, ottantenne, se l’è portata via il contagio, è morta giovedì scorso nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Arezzo.

Nello stesso ospedale, il San Donato, è ricoverata in malattie infettive la madre delle bimbe, un’operatrice sanitaria le cui condizioni, per buona fortuna, sono in miglioramento. Di punto in bianco si è così rovesciata la vita delle due sorelline: né mamma né nonna, ma giorni di clausura dentro casa con lal più grande a fare da baby mamma alla più piccola.

Ma in compenso intorno a loro è stata stesa una rete di protezione a cui partecipano parenti, amici di famiglia, la parrocchia, il tessuto associativo da sempre vanto di Montevarchi, il comune stesso con il sindaco Silvia Chiassai nominato tutore. Parcheggiato nel giardino sotto casa, adeguatamente sanificato, staziona h24 un camper con un volontario a turno, pronto ad accorrere in caso di emergenza.

Parla di continuo con i bambini che si affacciano alla finestra, tira fuori una sedia pieghevole e si mette tranquillo ad ascoltare, a suggerire, a dare indicazioni. le sorellei, a loro volta, collaborano con la maturità di due adulti e mantengono costantemente, attraverso le videochiamate, contatti con la mamma ricoverata. Anche durante la notte il servizio di sorveglianza non si interrompe, i piccoli hanno anche a disposizione un numero di telefono per chiamare a qualunque ora.

Nessun problema per colazioni, pranzi, merende e cene: il volontario sale con la borsa delle pietanze pronte e la lascia sulla soglia dove le bimbe la ritirano. «Portami questo, portami quello», sono i fratellini stessi a compilare la lista della spesa e, per quanto possi bile i loro desideri vengono esauditi.

E a occhio e croce la cioccolata non dovrebbe mancare mai. Stanno bene, non presentano sintomi ma nelle prossime ore saranno sottoposti al tampone per accertarne la negatività, o almeno si spera che sia così; e si spera anche che la mamma guarisca alla svelta e torni a casa presto, le figliei soprattutto di lei hanno bisogno.

Da quest’esperienza usciranno più grandi ma non traumatizzati, senz’altro per merito della catena della solidarietà che non si arresta mai e che dà il meglio quando più ce n’è bisogno, a Montevarchi come nel resto del Paese.