Vigilante, due i complici del colpo? Caccia aperta in attesa dei computer

Si fa strada l'pipotesi sia stato un piccolissimo gruppo ad aiutarlo, forse perfino un solo amico. Le conferme attese anche dalle perizie di Pc e telefonini

L'arresto di Antonio Di Stazio

L'arresto di Antonio Di Stazio

Arezo, 2 agosto 2016 - Sono stati in due ad aiutarlo? Lui, Antonio Di Stazio, il vigilante della Securpol, anzi a questo punto ex Securpol, non parla. O meglio parla ma solo con il suo avvocato: Marco Treggi, che lo ha di nuovo raggiunto da Lucca.  Ma al momento non ci sono svolte di strategia. Nessuna richiesta di domiciliari, nessun ricorso al riesame. E la linea di base che resta quella di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Non parlando non ha neanche modo di rispondere alla domanda che brucia sulle labbra degli inquirenti: chi lo ha aiutato, sempre che la sua responsabilità rimanga confermata? Il nucleo investigativo dei carabinieri è al lavoro su questo punto fin dal ritrovamento del furgone.

 Su un dato gli inquirenti si sono sempre detti certi. La responsabilità di Antonio Di Stazio nella sparizione di quell’enorme quantità d’oro e il fatto che non poteva aver fatto tutto da solo. Ora unpiccolo elemento in più anche se nessuno dei protagonisti dell’inchiesta ti conferma nulla. L’ipotesi sarebbe che Di Stazio sia stato affiancato non da chissà quale banda o gruppo di persone ma al massimo da un paio di complici. C’è perfino chi ipotizza uno solo.

Un gruppo strettissimo. Forse per limitare al massimo le possibilità che filtrassero notizie all’esterno, forse anche nella difficoltà di andare oltre, non trattandosi certo di un esperto sul fronte di colpi di questo livello. Un’ipotesi concreta, dunque, che questi selezionatissimi «alleati» lo aspettassero in quella piazzola. O magari fuori, per evitare di lasciare tracce che a questo punto l’abilità del nucleo investigativo avrebbe fatto non parlare ma cantare a squarciagola. Altro elemento da passare al setaccio delle perizie in corso sul materiale elettronico sequestrato in casa sua.