"Vi racconto il mio amico Amedeo d’Aosta

Il conte Gianluigi Baldovinetti ripercorre l’ultradecennale sodalizio con il nobile scomparso. "A caccia insieme, tanti ricordi in comune"

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di Sergio Rossi

"Ho un grande rimpianto, non averlo potuto frequentare negli ultimi mesi a causa delle restrizioni imposte dal Covid. Entrambi siamo stati attentissimi a non ammalarsi, io dalla mia dimora di San Fabiano non mi sono quasi mai mosso".

Il conte Gianluigi Baldovinetti era uno dei più cari amici in terra di Arezzo del duca Amedeo d’Aosta, forse il più caro. Al telefono lo raggiungiamo mentre sta andando verso Miliciano alla camera ardente, "già ieri (il primo giugno, nda) sono stato alla villa, ho parlato con i figli, con i nipoti, con la moglie Silvia Paternò che è una persona amabile e davvero speciale. Sento profondamente questo lutto che ci ha tolto un personaggio di grande spicco".

Ma chi era esattamente Amedeo per il conte Baldovinetti? "Era un’altezza reale, un uomo bellissimo e di straordinario allure. Anche se uno lo avesse riconosciuto, avrebbe capito subito le sue origini nobili e reali. Ma al di là di tutto questo era per me un amico carissimo".

"La nostra conoscenza - prosegue il Conte - risale a quando avevano sedici anni e da allora non ci siamo mai più persi di vista. Più volte, anche insieme al suocero Conte di Parigi, padre della prima moglie Claudia d’Orleans, è stato nella mia tenuta di San Fabiano, siamo andati a caccia, ci sono molte fotografie che ci ritraggono in gruppo sulle scalinate della dimora".

Amico anche nelle dispute all’interbo della famiglia reale: "Sì, gli sono stato vicino pubblicamente - e ricordo proprio un’intervista a La Nazione - quando venne condannato ingiustamente per la questione del cognome e meno male che il successivo grado di giudizio gli dette ampiamente ragione. Lo sostenni anche al di là dell’amicizia, perché ero convinto che avesse del tutto ragione. Lui mi fu riconoscente, de La Nazione è sempre sttao un lettore e il giorno della pubblicazione dell’intervista mi chiamò subito per ringraziarmi. Era un signore anche in questo".

"Sono sempre stato informato - conclude Baldovinetti - sull’evoluzione delle condizioni di salute di Amedeo che putroppo sono andate costantemente peggiorando. Prima l’operazione al polmone, poi alla prostata, infine al rene. Adesso che sembrava aver superato una fase delicato, ecco che ci è arrivata questa tegola in testa. Non lo dimenticherò Amedeo, anche se il virus ci ha tenuti lontani".