
di Silvia Bardi
Fernanda era innamorata di suo marito. Adesso è cieca, lui le ha sparato, ha ucciso la sorella e ferito gravemente lei. Un fatto di cronaca, come centinaia ne contiamo ogni anno. Una separazione inaccettabile per l’uomo, un’altra relazione, la scelta di rifarsi una vita. Tutte libertà legittime diventano alibi per assassini che si trincerano dietro l’abbandono, la rabbia il raptus. Fernanda Flamigni ha avuto la fortuna di incontrare uno scrittore amico, cieco anche lui, Tiziano Storai, con cui ha scritto la sua storia poi diventata uno spettacolo teatrale che da anni parla ai giovani e al pubblico della necessità di ripartire da una educazione al rispetto dell’altro. "Non volevo vedere" va in scena stasera al teatro Petrarca di Arezzo alle 21 a ingresso gratuito con l’attrice Daniela Morozzi, Alda Dalle Lucche al sax, Susanna Bertuccioli all’arpa, e l’Arcobaleno Ensemble, piccola orchestra di bambine diretta da Giada Moretti per celebrare la Giornata internazionale della violenza contro le donne che vedrà Fernanda parlare al Senato il 25 novembre.
"Ho capito subito che era una cosa forte - spiega Tiziano Storai coautore del libro - da qui la decisione di scrivere, di incontrare le scuole, di andare in scena per spiegare che il femminicidio non è un problema delle donne, le vittime, ma degli uomini".
Non volevo vedere ha un doppio significato. "Ascoltandola le ho chiesto come faceva a non vedere. Un mostro non si rivela all’improvviso, dà dei segni, per questo invitiamo le donne a parlare subito, a confidarsi. Un altro problema è che spesso una donna non ha la possibilità di allontanarsi da casa, magari non ha lavoro, ha figli. La paura dell’ignoto può fare più paura del noto, di un marito o compagno violento".
L’ultimo capitolo si intitola Rinascere. "E’ il nostro messaggio positivo. Un’altra vita è possibile. Ma bisogna educare i bambini e i giovani, quotidianamente a casa, a scuola, nell’ambito sportivo, al rispetto dell’altro, chiunque esso sia, uomo, donna, gay, bianco, nero. Alle ragazze diciamo di confidarsi. Ai ragazzi che il rapporto non può essere io Tarzan tu Jane. E agli uomini di reagire, a fianco delle donne".