REDAZIONE AREZZO

Veglia, brivido in Duomo: "Io, russa dall'orgoglio alla vergogna". Parte raccolta di aiuti

Cattedrale strapiena per l'evento di preghiera. Le testimonianze dei ragazzi di Rondine. Il Vescovo lancia l'appello per sacchi a pelo e risorse / FOTO

Il vescovo Fontana

Arezzo, 28 febbraio 2022 - La Cattedrale è piena come nelle grandi occasioni e solo le regole Covid impediscono di farne una "piazza" di paura e dolore. La risposta all'invito del Vescovo ad una veglia di preghiera contro la guerra è di massa.

Le panche piene, le vesti bianche dei camaldolesi che colorano l'altare, i seminaristi sullo sfondo, il coro della Vox Cordis, il Vescovo di Mazara del Vallo Mogavero a fianco di Fontana ("E' il pastore dei migranti, in Sicilia ha fatto uno straordinario lavoro").

"Abbiamo sempre incontrato la mitezza del popolo russo, è quello che ha dato il pane al nemico, che ha salvato tanti italiani nella seconda guerra mondiale". Il presidente della Cittadella della pace Franco Vaccari applica il criterio di Rondine: parte per l'ennesima volta dal nemico, prova a smontarne il luogo comune, per ripartire da li'.

Fontana si commuove parlando dei bambini in balìa della guerras, dei già oltre centomila rifugiati partiti dall'Ucraina, dallo spettro nucleare che Putin ha cominciato a sventolare nelle ultime minacce.

Una ragazza russa, Arina, rondine d'oro di Rondine perché nella cittadella fino a due anni fa, nel silenzio totale lancia la sua testimonianza. "Ho avuto sempre l'orgoglio delle radici e della cultura della mia civiltà. Stavolta mi sonio scoperta a provare vergogna, il mio Paese sta attaccando il mio fratello. Molti nella mia terra stanno lavorando per fermare quello che sta accadendo. Nei nostri pensieri simo con i cittadini ucraini, nei nostri cuori c'è la pace".

Lascia il microfono e scatta un applauso compatto dalla navata, dal sindaco in prima fila fino all'ultima panca, non c'è la standing ovation solo perché tutti si rendono conto di essere in Cattedrale e non a teatro. Applaude anche il Vescovo che alla fine lancia il primo appello concreto.

"Parte una raccolta di fondi della Caritas, per fare offerte anche da casa, dal telefonino in favore de rifugiati. E la ricerca di sacchi a pelo, perché fuori è freddo e molti in fuga ne sono privi". Freddo come la notte intorno alla Cattedrale, che la veglia prova a scaldare, ricacciando indietro non i fiocchi di neve ma la grande paura.