
vaccinazione covid
Arezzo, 13 gennaio 2022 - Il bidello allarga il suo mansionario: e ai tradizionali compiti di una vita, via via modificati nel tempo, ne aggiunge uno ex novo. Verificare con la app chi sia vaccinato e chi no, o meglio chi possieda il Green pass rafforzato. Determinante quando in una classe ci siano due positivi: perché a quel punto i non vaccinati stanno in Dad e gli altri restano in classe. E’ la scuola bellezza. Un mondo che prova a reggere all’ennesima bufera. I numeri purtroppo remano contro. I dati che filtrano dalla Regione sono fermi a domenica scorsa, quindi con appena un sorso del rientro in classe. Ma sono comunque pesanti. In una settimana 1260 nuovi positivi. L’ennesimo picco di una curva che continua a salire. Il settimo aumento di fila, significa che su due mesi il dato è andato progressivamente peggiorando. Progressione che spesso è andata al raddoppio. Stavolta no, siamo ad un aumento del 14%: il che potrebbe essere preso anche come una decelerazione, se la settimana non fosse anche l’ultima delle vacanze di Natale e quindi in una situazione oggettiva di contagio ridotto. Arriva invece la conferma di un quadro che dopo aver imperversato alle elementari e alle medie, ha di nuovo puntato a dritto le superiori. Stavolta sono 538 i nuovi positivi dai 14 anni in su, oltre mille nell’arco dei quindici giorni. Ed è un clima che si respira negli istituti, appena riaperti. Non tanto perché fiocchino le classi in quarantena, anche se la ferita si è di nuovo riaperta in tante realtà. Ma perché gli insegnanti sono alle prese con classi sostanzialmente divise. Divise: una parte dei ragazzi da remoto, collegata dalle case e quindi in didattica a distanza. Il resto in classe. Questa seconda parte della scolaresca, beninteso, al momento è maggioritaria. Ma resta una delle situazioni più complicate per chi insegna. La didattica mista presenta trabocchetti e difficoltà non sempre superabili e in ogni caso disegna un fossato tra i ragazzi. Disagi educativi che si vanno ad unire a quelli tecnici. Con una buona parte della classe in presenza è chiaro che i professori devono stare a scuola. E quindi gli istituti si trasformano in postazioni, ogni classe è un potenziale collegamento e la rete fa fatica a reggere un carico di questo tipo. E siamo solo all’inizio. A fronte di contagi nati durante le vacanze e quindi non in ambiente scolastico: i prossimi passeranno al filtro complesso del nuovo decreto, come spieghiamo sotto. La risposta? Qui come altrove la vaccinazione. Se continuasse a procedere a gonfie vele darebbe davvero un senso alla riapertura delle classi, procedendo verso una schiarita. E la campagna di massa, come spiegavamo ieri, sta correndo. Il prossimo mese è quello determinante. Per due motivi. Il primo è che la terza dose viene anticipata di 30 giorni rispetto alle regole precedenti: bastano 4 mesi dal richiamo per bissare, anzi per triplicare. Il secondo è l’obbligo vaccinale dai 50 anni in su, addirittura a metà febbraio condito di possibile stop al lavoro. Ogni azienda si sta preparando alla rincorsa, la Asl non fa eccezione. «Stiamo aprendo nuovi hub – conferma la regista della campagna Anna Beltrano – ma se necessario procederemo anche con la vaccinazione notturna». Il vecchio orario 20-24, spesso sfoggiato nella parte più intensa della prima fase. Tra gli hub anche il teatro Tenda? Quasi sicuramente sì. Il nodo non è stato sciolto del tutto, perché chiaro che una doppia sede comporta un impegno maggiore di personale, medici e infermieri. Ma la Regione spinge verso il secondo hub e già in primavera abbiamo visto quanto questo abbia accelerato i tempi. Squadra che vince non si tocca. Specie quando il nemico si fa più agguerrito