
Roberto
Arezzo, 11 aprile 2015 - «HEI BOB, ti ricordi di me?». Va a pregare sulla tomba del figlio morto a soli 23 anni e trova una lettera incastrata dietro il vaso dei fiori. E’ il giorno in cui ricorre l’anniversario della sua morte, un altro giorno in cui mamma Roberta va a trovare il suo Roberto nel piccolo cimitero di Anghiari. Quella lettera però non è per lei, è per suo figlio che quindici anni fa, il 24 gennaio del 2000, ha deciso di non voler più vivere. Non è firmata ma si capisce subito che è di una ragazza, una ex fidanzatina di Roberto di quando erano entrambi adolescenti. Là, su quel foglio, tutte le parole che la giovane non aveva mai detto al suo «ragazzo» e che dopo 15 anni trova il coraggio di scrivere, forse per farsi trovare o forse per condividere un dolore mai sopito. Lo stesso dolore per quella fuga dalla vita che ogni giorno si rinnova perla mamma di Roberto Giabbanelli. «L’ho letta e ho pianto – confessa Roberta Radziwonik – in quelle righe ho rivisto lui come se fosse ancora qui. Era bello, non molto alto, piaceva molto alle ragazze e in tante dopo la sua morte mi hanno chiamato e mi hanno parlato di lui con telefonate lunghissime.Ma questa ragazza, questa donna, non so chi sia, posso immaginarlo, se vuole può venire a trovarmi, sa dove abito». Lei, la donna della lettera, nel frattempo, come scrive lei stessa, si è costruita una famiglia, ha avuto dei figli, ma non si è mai dimenticata di Roberto: «Hei Bob ti ricordi di me? Era il lontano 1992 e avevamo entrambi 16 anni...Manca tutto di te: dal sorriso ai tuoi occhi da furbetto, ai tuoi abbracci inaspettati, ai tuoi dispetti, ai giri in Vespa a tutta velocità, ai tuoi baci! Tutto questo non me lo ridà nessuno. Però ho avuto la fortuna di aver conosciuto un angelo che ha voluto ritornare in cielo da solo e troppo presto». LE FRASIsi inseguono come i ricordi, e quel vuoto incolmabile si riempie di parole e di emozioni. Ci dà una foto e ci racconta tutto di lui mamma Roberta, con tutta la tenerezza e la commozione di cui una madre è capace, della sua idea di fare il medico per aiutare gli altri, i più deboli, dei suoi disegni, della sua bella voce, di tutti i suoi sogni infranti, dei suoi tanti amori, del difficile rapporto col padre, della sorella più grande Angela. E dopo la sua scomparsa, del lungo percorso per arrivare a convivere con la sofferenza, delle giornate passate alla Fraternita di Romena di don Lugi Verdi, il cui blog curato da Massimo Orlandi ha rivelato per primo il ritrovamento di questa lettera. «Sei indelebile nella mia mente e questa lettera te la dovevo da una vita» si legge. «Se lei vuole e se può – ripete mamma Roberta – venga a trovarmi». Ricordare insieme forse fa meno male.