
Balò: "Trucidati sul belvedere per far sentire le urla ai partigiani". Un anno per i risarcimenti. Parla il sottosegretario
"Quando siamo usciti dalla chiesa, ho visto i tedeschi sul sagrato che ridevano. Ho pensato: è il segno che non ci faranno del male". Donne e bambini "Raus, in campagna!", gli uomini rastrellati sulla piazza e a gruppi di cinque, mitragliati alla parete in pietra, a un passo dal belvedere che apre la vista sui boschi. "Sapete perchè li trucidarono proprio in quel punto? Per sfruttare l’eco della valle e far sentire ai partigiani le urla dei civili mentre venivano uccisi".
La voce ferma, quelle scene ancora chiarissime, negli occhi e nel racconto. Ida Balò rivive e ripete l’orrore, nel giorno in cui si rende omaggio alle vittime dell’eccidio: 244 morti tra Civitella, Cornia e San Pancrazio. Una mattanza, la strage più atroce dopo le Fosse Ardeatine e Marzabotto. Nel 2014 l’allora ministro degli Esteri Steinmeier salì su questa piazza e chiese scusa a nome del suo Paese. Venerdì, da presidente della Germania, ha conferito il massimo riconoscimento a Ida Balò, sopravvissuta e instancabile testimone. "Cavaliere al merito della Repubblica federale", è l’onorificenza consegnata dall’ambasciatore Lucas. Sabato la fiaccolata nei luoghi del dolore e ieri il giorno del ricordo.
Ida che racconta la strage sul sagrato della chiesa, dentro il ricordo di monsignor Luciano Giovannetti, morto un anno fa, anche lui testimone dei fatti di Civitella: il 29 giugno 1944 aveva dieci anni. Pure lui, come Ida, ha speso la vita a trasmettere il valore della memoria. Lo ha ricordato il vescovo Andrea nella Messa in suffragio delle vittime. "Ricordare l’eccidio di Civitella è un atto di doveroso rispetto verso chi ha pagato con la vita l’odio cieco della guerra", scandisce il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, che in questa piazza porta il tributo del Governo e la vicinanza ai familiari dei morti. È rimasto colpito dal racconto di Ida.
"La toccante testimonianza della signora Balò ci richiama ad un impegno sostanziale di memoria collettiva e condivisa, perché anche oggi si continui a costruire e difendere quei valori di libertà, giustizia e rispetto della vita umana che sono i pilastri della nostra democrazia e della nostra Costituzione". Alla cerimonia partecipa anche il procuratore generale militare Marco De Paolis che aprì il processo agli esecutori della strage di Civitella e fece condannare all’ergastolo Joseph Milde. Sono 170 i familiari in attesa dei risarcimenti. L’iter, un’istanza al tribunale di Roma, è avviato e la causa punta alle risorse del Fondo Draghi (promossa da familiari e eredi di 82 delle 244 vittime). L’azione legale è partita anni fa ma la speranza di un risarcimento adeguato è ancora viva. "Alcuni sopravvissuti, ormai anziani - spiega l’avvocato Roberto Alboni - auspicano un accordo transattivo che consenta di accedere al Fondo Draghi. Confido che si arrivi a una definizione di tutte le richieste in corso" ma "ci vorrà almeno un altro anno". Alboni è nipote di Metello Ricciarini, una delle vittime: insieme ad altri co-eredi, ha già ottenuto una provvisionale per la sua famiglia di circa 900mila euro nel 2024.
Nel suo intervento il governatore Eugenio Giani osserva: "È dovere delle istituzioni democratiche sottolineare oggi più che mai il senso profondo della Resistenza, il dovere morale di opporsi a ogni forma di prevaricazione dei diritti e sottolineare il grande valore della pace".
Nelle parole del sindaco Andrea Tavarnesi c’è il segno di chi è cresciuto con i morti della strage in casa ( i nonni). Esorta i giovani ad "alzare la voce contro ogni ingiustizia. Usate i social per costruire, non per ferire. Siate una luce gentile in un tempo che ha bisogno di speranza". E per rafforzare questa eredità annuncia l’impegno del Comue "a trasformare la Sala della Memoria in uno spazio museale immersivo e interattivo, un luogo vivo, che parli alle nuove generazioni con il linguaggio del futuro. Un luogo in cui la memoria non si guarda da lontano, ma si tocca, si ascolta, si comprende. Perché custodire ciò che è accaduto qui, ci aiuta anche a comprendere ciò che è accaduto e che accade altrove".