GAIA PAPI
Cronaca

Una corsa nella storia L’archeologa-runner al debutto in maratona Maria Gatto tra le prime 35

La direttrice del museo archeologico in gara domenica a Roma "Dodici settimane di allenamento. Passione e obiettivo in testa". Sfida tra tremila atlete. "Percorso unico: un tuffo nell’antichità".

Una corsa nella storia L’archeologa-runner al debutto in maratona Maria Gatto tra le prime 35

di Gaia Papi

Quarantadue chilometri con partenza e arrivo sui Fori Imperiali. Non poteva che essere una corsa immersa nella storia la prima affrontata da Maria Gatto, direttrice del Museo archeologico nazionale "Gaio Cilnio Mecenate". Una archeologa atleta.

"Sono sempre stata sportiva. Lo sport ha fatto parte della mia formazione insieme allo studio. Ma mai a livello agonistico".

Fino al 2017.

"Si, volevo accompagnare mia figlia nella sua passione, l’atletica. Lei nel frattempo ha lasciato e si è dedicata ad altri sport, io invece ne sono stata catturata. Nel tempo mi sono cimentata in quasi tutte le discipline, dal salto in lungo ai cento e i duecento metri. Fino ad approdare al mezzo fondo. Ora, eccomi alla maratona".

La sua prima maratona?

"Si, ha richiesto una preparazione specifica importante. Per non improvvisare, mi sono affidata a un team di professionisti. Il mio istruttore, Filippo Ballotti che ha creato il gruppo di cui faccio parte "Revolution Runners", una nutrizionista e un fisioterapista. Un impegno non indifferente: mi sono allenata cinque volte alla settimana per 12 settimane, correndo circa 960 chilometri".

Un impegno fisico e di tempo, come è riuscita a coniugarlo con tutto il resto?

"Lavoro, famiglia e allenamenti. Non è stato faticoso, se si è spinti da passione e dalla voglia di fare bene. Del resto senza sacrifici non si fa niente, sono sempre stata molto disciplinata,".

Sport, quindi come valore. "Mens sana in corpore sana. Le dure preparazioni restituiscono grande energia e ti insegnano a gestire la fatica, ad affrontare e superare le difficoltà della vita. Lo sport è un elemento fondamentale nelle persone, necessario per completarle. E’ una scuola di vita: quei lunghi momenti di solitudine durante gli allenamenti aiutano a definire meglio alcuni pensieri. Non sono solo io a dirlo, dallo studio dell’antichità ci arriva l’importanza dello sport per la formazione delle persone".

Parliamo di Roma.

"Per arrivarci è stato un lungo percorso, anche personale e di team con i compagni di allenamento. E poi la grande festa".

Passione, entusiasmo e grande umiltà. Sono le caratteristiche della direttrice Gatto, quindi diciamo noi il risultato raggiunto alla sua prima maratona: 35esima assoluta nella classifica donne, al via erano più di tremila, e 14esima tra le atlete italiane.

Chi la conosce se la immagina correre sorridendo.

"Ci sta, devo vedere ancora le foto. Certo è che da archeologa, crampi a parte, ha giocato una parte importante l’immersione nella storia: 42,195 chilometri che facevano viaggiare nel tempo. Partenza e arrivo sui Fori Imperiali, il passaggio davanti al Vittoriano, a piazza Venezia… percorso magico".

Un’esperienza con un doppio significato?

"Si, aver condiviso questo momento con mia figlia 12enne: mi ha accompagnato e aspettato al traguardo. Spero di essere per lei un esempio e di insegnarle che seguire le proprie passioni non è peccato".

Quali i prossimi obiettivi?

"Professionalmente l’inaugurazione a maggio della sala dei vasi corallini. Nello sport: ricominciare a camminare e poi pensare a una maratona più veloce in autunno".