CASTIGLION FIORENTINO
Cronaca

"Un evento così solo ogni 50 anni" La Protezione civile e il rebus allerta

Da arancione diventa gialla nel momento critico. Parla Mazzanti, il responsabile della sicurezza regionale "La previsione era corretta, eccetto l’ora: ma l’allarme minore deve comunque far scattare la risposta"

di Simona Santi Laurini

È tornato a splendere il sole su Castiglion Fiorentino e su tutta la Valdichiana, dopo la tempesta prima di acqua e poi di vento che si è abbattuta nei giorni scorsi, soprattutto sulla città della Torre del Cassero. Ancora in zona Montecchio Vesponi c’è chi lavora alacremente per completare la pulizia degli scantinati e delle taverne interrati, dove le auto e i salotti sono stati sommersi dall’acqua straripata dai fossi e dai rii esondati. La Vab castiglionese ha già dato la propria disponibilità a proseguire l’opera avviata giovedì notte, perché dopo aver fatto defluire l’acqua, rimane comunque il fango. Sono le conseguenze di un "evento eccezionale, che ha dei tempi di ritorno intorno ai 50 anni". Ad affermarlo, è l’ingegner Bernardo Mazzanti, alla guida della Protezione Civile regionale toscana, che aveva emesso un codice arancione per la prima mattina di giovedì 15 settembre, in concomitanza con il primo giorno di scuola, un cocktail inimmaginabile di maltempo e traffico dell’ingresso in aula. "Avevamo previsto una perturbazione a più larga scala, su tutta la Toscana, che poi si è riversata su Castiglion Fiorentino, con precipitazioni ragguardevoli e persistenti dal punto di vista dell’intensità e della durata che hanno provocato allagamenti importanti e problemi idraulici" ripercorre l’ingegner Mazzanti, che spiega come la linea temporalesca qui sviluppatasi abbia poi raggiunto le Marche intensificata. Le previsioni riguardavano la fascia mattutina, poi però il peggio è arrivato la sera, perché? "L’entità della previsione era corretta, eccetto la fascia oraria e la localizzazione e questo deve far riflettere tutti – tiene a precisare il capo della protezione civile toscana – i nostri modelli metereologici matematici sono alla base delle previsioni, rappresentano un dato oggettivo che si nutre della vigilanza meteo e sono sempre più raffinati. Da qui nascono le allerte con i codici colore in base all’entità e alla gravità. È dunque raro che vi siano dei falsi allarmi. E non è corretto dire che abbiamo sbagliato. Ma un margine di errore ci può stare ed è comunque bene prendere sul serio le previsioni. È meglio dare fiducia e subire qualche responsabile restrizione, anche se può risultare pesante". Il sistema dei codici colore è alla base delle allerte. È dal 2005 che esiste in questa formula (verde, giallo, arancio, rosso) omogenea a livello nazionale.

"Quando emettiamo un codice giallo, ad esempio, significa che non ci possiamo aspettare la normalità. Qualcosa deve necessariamente cambiare nei nostri comportamenti, sia per i cittadini che per le istituzioni" spiega con estrema chiarezza Mazzanti. L’assessore regionale alla protezione civile Monia Monni ci ricorda l’origine di questa eccezionalità. "Bombe d’acqua e raffiche di vento a 80 km orari. Non è l’ennesimo evento estremo, è la crisi climatica che ci richiama a intervenire con urgenza e determinazione".