LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Ucraina, un uragano di nome Sofia. La bimba qui per uscire dall’inferno: "In pochi giorni ci ha cambiato la vita"

Ha nove anni e i suoi hanno deciso di farla stare al sicuro almeno d’estate, lontana dalle bombe. Consegnata alla famiglia adottiva al casello autostradale. Con lei altri 23 ragazzi. Poi il ritorno a casa .

Ucraina, un uragano di nome Sofia. La bimba qui per uscire dall’inferno: "In pochi giorni ci ha cambiato la vita"

Sofiia insieme a Beatrice e Stefano, la coppia che l’ha accolta per le vacanze. A settembre tornerà in Ucraina dai genitori

Un "uragano ucraino". Nove anni, le bombe lontane, almeno per ora. Ora che Sofiia gioca, sorride, scopre. È arrivata come "un uragano" nella vita e nella casa di Beatrice Gazzini e del marito Stefano. Hanno costruito il loro progetto di accoglienza dai mesi dello scoppio della guerra in Ucraina, dopo l’orrore di Bucha. "Ho sentito forte il bisogno di fare qualcosa, aiutare i bambini, i più indifesi nel caos di un conflitto che va avanti da due anni. Con mio marito abbiamo deciso di dare il nostro contributo". Il "gancio" per avviare la macchina della solidarietà è stata un’amica che li ha messi in contatto con l’associazione Puer che da 32 anni mette in campo programmi per i bambini bielorussi dopo il disastro di Chernobyl.

Il canale aperto è diventata opportunità e poi incontro. Sofiia è arrivata insieme ad altri 23 bambini seguiti dagli operatori di Puer e ospitati da famiglie aretine e di altre regioni. "Siamo andati a prenderla la sera del 22 luglio al casello autostradale aretino: dal pullman sono scesi altri bambini accolti da due famiglie della città. L’ho vista coi suoi occhi grandi, un pò spaesata ma curiosa di conoscere ‘mamma e papa’ italiani. È così che ci ha descritti Oxana, la madre della bambina. Le ha spiegato che noi siamo i suoi genitori italiani per farla sentire al sicuro, protetta da persone alle quali ha deciso di affidarla per alcune settimane". Sette settimane di vacanze in Italia, via dallo strazio della guerra, via dai missili che anche in questi giorni hanno colpito e ucciso nella regione di Kiev dove Sofiia vive con i genitori. Sette settimane a Castiglion Fiorentino, tra i gatti che Sofiia adora e che Beatrice e Stefano custodiscono insieme ai loro cani.

L’"uragano ucraino" è entrato nelle vite dei genitori affidatari con la forza di una bambina che non si piega alla paura e vuole vivere la sua età: tra i giochi, la cura degli animali, la scoperta di nuovi amici. E nel calore di quel legame d’affetto e complicità che Sofiia riceve e a sua volta dona. Ogni giorno le telefonate e i messaggi con la madre della piccola scandiscono gli aggiornamenti sulla vacanza italiana. "Dico alla madre che è una grande donna perchè ha pensato al benessere della figlia mandandola in un Paese lontano da persone che prima di adesso, non conosceva. Tutto per lei, mentre lì dove vivono continua l’inferno", spiega Beatrice.

La bambina parla solo ucraino, qualche parola di inglese "ma ci capiamo con la forza dell’amore e lei è molto intelligente. In due settimane ha già imparato alcune parole nella nostra lingua che noi cerchiamo di trasmetterle". Pistacchi, è una parola che ha imparato presto: "Ne va matta e la cosa incredibile è che anche io ho la stessa inclinazione: la prima volta che siamo andate insieme a fare la spesa Sofiia ha preso la confezione di pistacchi e io sono rimasta sorpresa, perchè è come se tra noi ci fosse un feeling profondo".

Beatrice ha rivisto i piani di lavoro della sua impresa per dedicarsi alla bambina: "Ho collaboratori in gamba e mi organizzo in modo tale da seguire tutto. Sveglia alle 6 e fino alle 11 vado in ufficio, poi di corsa a casa perchè Sofiia si sveglia a quell’ora e facciamo colazione insieme. Poi inizia una giornata ricchissima di cose da fare. Per noi, lei è un grande dono, una straordinaria opportunità di arricchimento interiore. E già penso a quando dovrà tornare in Ucraina". Accadrà l’8 settembre ma Beatrice e Stefano confidano in altri periodi di soggiorno organizzati dall’associazione Puer nell’arco dell’anno per i bambini ucraini. E già coltivano un sogno: volare in Ucraina da Sofiia appena sarà possibile. Per un nuovo abbraccio. Senza tempo.