Uccide la figlia, "Era nervoso, la moglie aveva chiamato il medico". Si cerca l'arma

La tragedia in provincia di Arezzo: parlano alcuni vicini di casa

L'uomo viene tirato fuori dal pozzo nel quale ha tentato il sucidio (Foto Ops)

L'uomo viene tirato fuori dal pozzo nel quale ha tentato il sucidio (Foto Ops)

Levane (Arezzo), 21 aprile 2020 - «Da qualche giorno sapevamo che non era calmo, tanto che la moglie ha chiamato il dottore perché lo vedeva nervoso. Sembra che il medico gli abbia prescritto qualcosa per farlo stare tranquillo». Così alcuni bengalesi, connazionali e vicini di casa, descrivono la situazione dell'uomo di 39 anni che a Levane (Arezzo) ha ucciso con un coltello la figlia di 4 anni e ha tentato anche di aggredire mortalmente il figlio di 12, poi gettandosi lui stesso in un pozzo per tentare il suicidio.

La palazzina è abitata da bengalesi. L'uomo, un operaio con un lavoro, come tutti era a casa per il coronavirus ma i vicini lo ricordano negli ultimi giorni come preoccupato, agitato. Tra gli inquilini non si esclude che avesse problemi economici, anche se lo stesso 39enne fruiva regolarmente della cassa integrazione in deroga riconosciuta nell'emergenza Covid-19. Intanto i carabinieri cercano l'arma con cui ha ucciso la figlia. Potrebbe essere nel pozzo dove si è gettato, dove l'acqua ha una certa profondità